La preside in trincea: «Non ho il Green pass e non farò controlli nella mia scuola»

La disubbidienza civile della preside in trincea: «Non ho il Green pass e non farò controlli»
La disubbidienza civile della preside in trincea: «Non ho il Green pass e non farò controlli»
di Lorenzo Sconocchini
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Sabato 21 Agosto 2021, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 14:57

ANCONA -  C’è aria di fronda tra i presidi anconetani sull’obbligo di controllare che tutti i docenti e il personale Ata del proprio istituto siano dotati di Green pass e dunque non rischino (o lo facciano al minimo) di veicolare il virus in classe. A tre settimane dalla ripresa della scuola non sono ancora chiare le incombenze dei dirigenti scolastici sul filtro dei certificati verdi, anche se per ora l’indicazione del Miur ai presidi è stata quella di scaricare intanto sullo smartphone la app che consente di controllare il codice del Green pass. 


Ma se molti presidi della nostra provincia sono soprattutto disorientati, e chiedono soprattutto chiarezza in tempo utile per organizzarsi, ce ne sono alcuni che non sembrano proprio intenzionati a svolgere un ruolo di controllore sul personale scolastico.

E si stanno organizzando per cercare di resistere nel caso in cui, quando il Governo indicherà nel prossimo decreto i protocolli del rientro in classe, davvero toccasse a loro l’incombenza di vigilare sulle certificazioni verdi che si ottengono per vaccinazione, guarigione dal Covid o con un tampone negativo valido 48 ore. 


E per cercare una soluzione nella legalità, che li metta al riparo da conseguenze disciplinari fino al licenziamento, alcuni presidi si sono già attivati, cercando una sponda politica in Regione. Avrebbero già chiesto un incontro all’assessore all’Istruzione Giorgia Latini, che s’è già espressa pubblicamente contro l’obbligo vaccinale per i docenti, con la quale potrebbero incontrarsi la prossima settimana. «Nessuna intenzione di sottrarci alla legge, ma non vogliamo fare gli sceriffi, i sanitari né i controllori di nessuno», è il loro motto, sicuri che nella normativa europea si possa trovare un appiglio per fare obiezione di coscienza senza rischiare il posto di lavoro. 

Tra i più convinti sostenitori di questa linea del “rifiuto critico”, c’è la professoressa Milena Brandoni, preside del Corridoni Campana di Osimo, uno dei più “popolosi” istituti della provincia, che a settembre aprirà le porte a circa mille studenti, tra licei e istituti tecnici commerciale e per geometri. Non tocca a lei - è convinta - chiedere alla folta schiera di insegnanti e personale Ata di esibire il certificato verde. Ieri la preside ha preferito non rilasciare dichiarazioni, trincerandosi dietro una circolare del dirigente dell’Ufficio scolastico regionale Ugo Filisetti che inviterebbe i presidi a non fare esternazioni sulla stampa. 


Ma il suo pensiero sull’argomento la preside Brandoni, 57 anni, l’ha già espresso chiaramente sulla bacheca Facebook “Dirigenti scolastici italiani”, aperta solo agli addetti ai lavori, un gruppo con quasi quattromila iscritti in tutta Italia che consente ai partecipanti di potersi confrontare su questioni che riguardano la professione di preside. In questo spazio libero di discussione social, ai cui contenuti il Corriere Adriatico ha avuto accesso, la professoressa Brandoni è stata perentoria: «Io non controllerò proprio nessuno. Sono io stessa senza green pass e non lo avrò nemmeno a settembre. Disobbedienza civile».


La professoressa Brandoni - nel cui curriculum davvero di alto profilo brillano esperienze di insegnamento dell’Italiano anche in Egitto e Messico - chiarisce al gruppone dei colleghi il suo rapporto con i vaccini. «La terapia “sperimentale” anti-Covid viene iniettata alla persona che deve essere libera di decidere cosa fare del proprio corpo. Niente e nessuno mi può obbligare a ciò». E c’è da crederci, se nel suo profilo Facebook ha scelto come immagine di copertina la foto del celebre abbraccio tra Marco Pannella e il Dalai Lama. Libertà di scelta, anzitutto, suffragata da ragionamenti sull’immunità. «Chi non si vaccina non mette in pericolo proprio nessuno - è convinta la preside -. Chi vuole “proteggersi” si vaccina e quindi è “salvo”. Perché si preoccupa dei non vaccinati? Se chi si vaccina non prende il virus, allora non deve temere i non vaccinati. Se chi si vaccina può prendere il virus, allora questo è inutile». Così, la paladina dell’autodeterminazione, annuncia battaglia.

«Stiamo facendo rete, ci organizzeremo... - assicura la preside nel gruppo di discussione - Non siamo allineati ed insieme saremo più forti per rispondere al regime». E se diversi colleghi le fanno notare che, rifiutandosi di controllare il personale, potrebbe rischiare il licenziamento, la Brandoni risponde sicura: «Mi difenderò, no problem».

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