Un anconetano su 100 alle prese con il virus. E anche più di duemila persone in quarantena

Un anconetano su 100 alle prese con il virus. E anche duemila persone in quarantena
Un anconetano su 100 alle prese con il virus. E anche duemila persone in quarantena
di Stefano Rispoli
4 Minuti di Lettura
Domenica 7 Marzo 2021, 03:40

ANCONA - Quarantasette morti e circa 2.300 contagi in una settimana nella provincia. Oltre il 2% degli anconetani è in quarantena, quasi uno su 100 ha il Covid. I dati inchiodano il capoluogo, sprofondato in zona rossa per l’esplosione della pandemia. In attesa dei vaccini, la speranza è riposta nelle restrizioni del lockdown. «Ma per vederne gli effetti, bisognerà attendere due o tre settimane» avverte la dottoressa Susanna Contucci, responsabile dell’Osservazione Breve Intensiva (Obi) di Torrette. 

LEGGI ANCHE:

Coronavirus, altri 16 morti nelle Marche, il più giovane aveva 62 anni: sono 2334 dall'inizio della pandemia / La progressione del contagio



Nel frattempo, si continua a pagare lo scotto della “semilibertà” delle settimane scorse. Le ripercussioni sono sugli ospedali. Fra Torrette, Inrca e Salesi ci sono quasi 200 ricoverati per il Covid. Se in via Corridoni la situazione è sotto controllo - due bambini in osservazione in Pediatria, oltre al piccolo di 7 mesi operato per un problema intestinale e ancora in terapia intensiva -, ben diversa è l’atmosfera che si vive all’Inrca, dove gli anziani contagiati dal virus e in cura nella struttura di via della Montagnola sono risaliti a 54. Hanno toccato quota 138, invece, i pazienti Covid assistiti a Torrette, dove i posti letto sono ormai esauriti da giorni e si fatica anche a procedere con le dimissioni. Il quadro, ieri pomeriggio, era il seguente: 19 persone in terapia intensiva, 21 nell’area sub-intensiva, 39 nel reparto di Malattie infettive (tra Clinica e Divisione), 35 nell’area Cov-4 che è stata da poco estesa a 38 posti letto, con la possibilità (al vaglio della direzione sanitaria) di salire a 42, infine 24 al Pronto soccorso. 

Qui l’emergenza si tocca con mano. «Siamo oltre il limite, sono giorni da incubo, ma il peggiore è stato giovedì - racconta la dottoressa Contucci -: c’erano fino a 32 pazienti Covid in attesa in contemporanea, tra l’altro concentrati in poche ore, tutti provenienti da Ancona e dal vicino hinterland. Ormai i nostri reparti dedicati sono pieni e sta aumentando la gravità dei pazienti. La loro età? Tra i 50 e i 70 anni, ma vediamo anche diverse persone tra i 40 e i 50». Nella maggior parte dei casi si tratta di noti positivi, già trattati a domicilio dai medici di base e dalle squadre dell’Usca. Ma le terapie talvolta non sono sufficienti e allora si rende necessaria l’ospedalizzazione con l’aggravarsi delle condizioni di salute. «Stiamo facendo uno sforzo enorme, ma vorrei dire che noi ci siamo - aggiunge la responsabile dell’Obi -. Ringrazio medici e infermieri delle aree critiche, del Dipartimento di emergenza e delle Malattie infettive perché stanno facendo il massimo, in un momento molto complicato». 

Quella che sta andando in archivio è stata una delle settimane più nere mai vissute dal capoluogo in un anno di pandemia.

I contagi sono schizzati alle stelle. Considerando il territorio provinciale, 2.298 persone si sono ammalate dal 28 febbraio, al ritmo di quasi 330 contagi al giorno. Quarantasette persone hanno perso la battaglia personale contro il virus, 9 nelle ultime 24 ore. Prendendo in esame il solo capoluogo, attualmente sono 973 gli anconetani infettati dal Covid, quasi uno su cento. E c’è un esercito di persone in quarantena: 2.187, corrispondenti ad oltre il 2% degli abitanti della città. Con gli ospedali al collasso e il contagio dilagante, non resta che attendere l’effetto della zona rossa, anche se a scoppio ritardato. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA