Covid, Ancona perde un terzo dei positivi: è la provincia marchigiana che frena di più

Covid, Ancona perde un terzo dei positivi: è la provincia marchigiana che frena di più
Covid, Ancona perde un terzo dei positivi: è la provincia marchigiana che frena di più
di Lorenzo Sconocchini
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Venerdì 30 Aprile 2021, 05:00

ANCONA  - Da seconda provincia più infetta d’Italia, con un’incidenza record che all’inizio di marzo superava i 500 nuovi casi a settimana ogni 100mila residenti, a unica provincia marchigiana a tenere sotto quota 100 questo parametro, che misura la densità dei contagi in base alla popolazione, decisivo per far scattare (oltre quota 250) lockdown su base regionale o anche microzone rosse localizzate per singoli comuni.

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La metamorfosi virtuosa della provincia di Ancona continua anche ora che la curva regionale dell’epidemia s’è un po’ appiattita, rallentando la sua discesa verso il basso, con un’incidenza che balla intorno a 125 casi settimanali per 100mila residenti ma ora stenta a scendere. 


Fa eccezione appunto la provincia di Ancona, che con i 44 nuovi casi di ieri (379 in tutto nell’ultima settimana) vede diminuire ancora il parametro dell’incidenza fino a quota 81, mentre tutte le altre province sono sopra quota 100 e Pesaro Urbino e Ascoli viaggiano intorno ai 150.

Un risultato eccellente, se si considera che il 4 marzo, neanche due mesi fa, l’incidenza nella provincia capoluogo viaggiava al valore record di 520 e soltanto all’inizio di aprile, dopo due mesi di curve molto alte, la provincia di Ancona era rientrata sotto la soglia di rischio di 250 settimanali ogni 100mila abitanti individuata dal Governo come invalicabile per non finire in zona rossa. Una lunga frenata costata molti sacrifici, visto che Ancona è stata la prima provincia marchigiana a entrare in lockdown, con l’ordinanza di Acquaroli del 3 marzo, e ha ballato tra rosso e arancione fino al 6 aprile. 


La lunga discesa della curva dei contagi ha in gran parte svuotato anche i “serbatoi” dei casi positivi che s’erano accumulati nei comuni più popolosi o in centri interessati da focolai alimentati dalla variante inglese. Ancona nell’ultima settimana è scesa da 312 a 208 (-33%), Senigallia da 143 a 97 (-32%), Fabriano da 152 a 115, Jesi da 133 a 96, Osimo da 121 a 109. Soltanto Falconara, tra i comuni più grandi, stenta a ridurre il carico dei residenti ancora alle prese con il virus, che nell’ultima settimana è rimasto invariato (da 145 a 144). Situazione abbastanza stazionaria, nel confronto rispetto a una settimana fa, anche nei tre comuni della Valmusone investiti a febbraio dallo tsunami della variante inglese: Castelfidardo è passato da 38 a 37 positivi attuali, Loreto da 27 a 24, Filottrano è salito da 32 a 33. Ma intanto sono tornati anche in provincia di Ancona i comuni Covid Free. Ieri erano quattro i piccoli centri dell’entroterra con zero casi (Barbara, Mergo, Poggio San Marcello e San Paolo di Jesi, mentre altri sette ne avevano in numero inferiore a 5. 


Ma non mancano, anche in un territorio dove l’epidemia ha avuto una brusca ritirata, situazione delicate, che fanno temere un possibile rialzo dei contagi. Non solo a Cerreto D’Esi, che dopo due giorni di zona gialla da mercoledì è tornato in arancione rinforzato con limitazioni agli spostamenti. Colpa dell’incidenza settimanale, ancora a 310 ogni 100mila residenti per effetto di 11 nuovi positivi in sette giorni. Anche a Camerano il sindaco Annalisa Del Bello ha dato l’allarme «poiché la situazione sta peggiorando», scrive sui social annunciando che nel suo Comune (7.242 abitanti) sono aumentati sia i positivi, ieri 25, sia i residenti in quarantena, saliti a 75. «La scuola materna Umbriano è chiusa per 3 casi dì positività e quindi gli altri bambini ed insegnanti resteranno in quarantena fino al 6 maggio - aggiorna il sindaco di Camerano -. Il virus non è sconfitto, vi prego rispettare le regole per evitare il propagare del contagio. Le forze dell’ordine controllano la situazione dei parchi: se vedete che ci sono già tante persone evitate di entrare».

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