Uno positivo, tutti in quarantena e in Dad. L'allarme dei presidi: «Tampone zero in ritardo»

Uno positivo, tutti in quarantena e in Dad. L'allarme dei presidi: «Tampone zero in ritardo»
Uno positivo, tutti in quarantena e in Dad. L'allarme dei presidi: «Tampone zero in ritardo»
di Andrea Maccarone
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Sabato 20 Novembre 2021, 11:14 - Ultimo aggiornamento: 14:11

ANCONA - Torna la Dad nelle scuole. Una classe in quarantena al Volterra-Elia e una all’Istvas. Ma la preoccupazione dei dirigenti scolastici è che a mandare l’intero gruppo di studenti a casa non sono, come espresso dalle ultime linee guida, tre contagi nella stessa classe. Bensì uno solo, come prescritto nel vecchio documento ministeriale. E questo perché l’Asur, a causa del forte incremento dei contagi, non riesce a dare seguito al cosiddetto tampone T0 (tempo zero) per il monitoraggio immediato. Risultato: tutti a casa e via alla didattica a distanza. 

Troppe richieste

La quarta ondata sta mettendo in forte stress le autorità sanitarie chiamate ad uno sforzo ulteriore. Le richieste di tamponi aumentano in maniera esponenziale. Dunque succede che quando si deve attivare il tempo zero per tracciare subito lo stato dei contatti del singolo caso di contagio tra i banchi, le tempistiche si allungano. E il cosiddetto T0 può diventare T1, o T2. In base al giorno in cui l’Asur riesce a predisporre il testing. Il nuovo protocollo lo definisce “stato di sopraffazione”. Ma nel frattempo i dirigenti scolastici si trovano col cerino in mano e la decisione di attivare la dad torna in capo a loro. «Se la fase epidemiologica dovesse aggravarsi ulteriormente sarà un vero problema - afferma Francesco Maria Orsolini, preside del liceo artistico Mannucci - se questa nuova procedura ci consentisse realmente di contenere le disposizioni di messa in quarantena degli studenti ben venga, ma con il dilagare dei contagi siamo piuttosto preoccupati». In effetti allo stato attuale salta completamente il protocollo per cui un solo contagio in classe non basta ad attivare la quarantena per tutti. 
All’istvas, ad esempio, con un caso covid in una classe, non si è potuto effettuare il tampone immediato. «L’Asur ci ha espressamente detto che non sarebbero riusciti ad attivare la nuova procedura - spiega il preside Francesco Savore - per carità, non ne faccio una colpa del sistema di prevenzione.

Ci mancherebbe, comprendiamo pienamente la situazione. Ma a quel punto ho dovuto mandare tutta la classe a casa». Ciò che più pesa sulle spalle dei dirigenti scolastici è l’aggravio di responsabilità di cui si devono fare carico. Infatti con lo stato di sopraffazione la scelta sulla procedura da mettere in atto spetta a loro. 

Il sovraccarico

«Si sta aggravando ulteriormente il carico di lavoro dei dirigenti scolastici, dei referenti Covid e delle segreterie delle scuole - riferisce Maria Rita Fiordelmondo, dirigente scolastico del Volterra-Elia - che oltre a dover applicare norme confuse sono chiamati a fornire spiegazioni comprensibili alle famiglie». E poi c’è pure il lato burocratico: «siamo noi ad dover inserire i dati degli alunni sulla piattaforma digitale - continua Orsolini - una procedura complessa che deve essere gestita dal dirigente scolastico con la collaborazione del referente covid».

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