La vendetta di Omicron sui furbetti dei vaccini e Green pass fasulli: molti adesso sono positivi

La vendetta di Omicron sui furbetti dei vaccini e Green pass fasulli: molti adesso sono positivi
La vendetta di Omicron sui furbetti dei vaccini e Green pass fasulli: molti adesso sono positivi
di Lorenzo Sconocchini
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Sabato 15 Gennaio 2022, 05:10

ANCONA-  Verrebbe da chiamarla la vendetta di Omicron, pur con tutto il rispetto e l’umana comprensione per chi si infetta, rischiando di ammalarsi, con quest’ultima contagiosissima variante di Sars-Cov-2. Ma per una buona parte degli abusivi del Green pass che hanno pagato tangenti all’infermiere Emanuele Luchetti per la finta iniezione, il dilagare dell’epidemia spinta da inizio dicembre dal nuovo ceppo virale è stata una doppia beffa. Perché poco dopo aver pagato dai 300 ai 450 euro pur di ottenere il certificato verde da vaccinazione (senza iniettarsi il siero) avrebbero ottenuto gratuitamente il lasciapassare: pochi giorni o poche settimane dopo la messinscena al centro vaccinale Paolinelli, si sono presi il virus, acquisendo dunque il diritto al Green pass rinforzato da guarigione.

E adesso, come se non bastasse, tutti e 45, contagiati o no, si trovano sottoposti a obbligo di dimora nel proprio comune di residenza, con firma giornaliera al posto di polizia e divieto di uscire in orario notturno, dalle 21 alle 6 del mattino. Possono derogare solo per motivi di lavoro o di salute.
Le pene previste
I destinatari della misura cautelare rischiano una condanna non da poco, perché per i reati contestati (corruzione, falso ideologico e peculato in concorso con l’infermiere e i suoi intermediari) sono previste pene che possono andare oltre il limite dei due anni della sospensione condizionale della pena. 
Qualcuno di loro, inchiodato dalle intercettazioni e dai filmati delle spycam piazzate dalla Squadra mobile, sta già pensando di patteggiare per limitare i danni ottenendo lo sconto di un terzo della pena.
Ma quanti sono i beffati da Omicron tra i clienti del sistema-Luchetti? Difficile quantificarli con esattezza, ma di sicuro almeno una decina. Otto di loro, quando la polizia è andata a notificargli la misura cautelare, erano in isolamento domiciliare per positività diagnosticata al Coronavirus. E per due dei presunti mediatori agli arresti domiciliari da lunedì - la commessa romena Daniela Maria Zeleniuschi e l’imprenditore edile Stefano Salli - gli interrogatori di garanzia non sono stati ancora fissati, nonostante il termine sia di cinque giorni dall’arresto, proprio in attesa dell’evoluzione di quaratene o isolamenti. Ma il numero dei contagiati tra i bari del Green pass taroccato potrebbe essere molto più alto e le indagini della Mobile continuano per identificare altri casi, oltre ai 60 già accertati. 
Basta leggersi quanto si dicevano al telefono l’11 dicembre scorso, senza sospettare di essere intercettati, l’infermiere Emanuele Luchetti e la dirigente dell’Ars (Agenzia regionale sanitaria) Liana Spazzafumo, uniti da una liaison sentimentale.

Lei fa i nomi di tre conoscenti che si sono infettati. «Tutte ‘ste famiglie che hanno fatto il vaccino da te... Il rischio ce l’hanno molto alto - dice la dirigente -. Eh, c... loro! Perché poi il rischio c’è, adesso gira un bel po’». E l’infemiere, in slang anconetano, sottoscrive la valutazione dell’amica: «E ‘na Madonna...». Il contributo del sistema-Luchetti al diffondersi dell’epidemia, non solo tra i suoi clienti No vax, è sottolineato dal gip Carlo Masini nella parte dell’ordinanza che sottolinea la gravità di certi comportamenti in piena quarta ondata. «Il rilascio di un falso certificato consente ai relativi possessori una normale vita di relazione, con intuibili riflessi negativi sul piano della salute collettiva”. I beneficiari della Green pass rinforzato da finta vaccinazione, sottolinea il giudice per le indagini preliminari, «non hanno necessità di sottoporsi a tampone per intraprendere qualsiasi attività (anche lavorativa) e godono di ampia libertà di movimento»

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