Prigionieri in casa per il Covid con un anziano malato: «Deve sostituire il catetere ogni mese, ma non troviamo nessuno che lo faccia»

Prigionieri in casa per il Covid con un anziano malato: «Deve sostituire il catetere da un mese, nessuno ci aiuta»
Prigionieri in casa per il Covid con un anziano malato: «Deve sostituire il catetere da un mese, nessuno ci aiuta»
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Giovedì 13 Gennaio 2022, 13:26 - Ultimo aggiornamento: 14:00

ANCONA - La quarta ondata Covid richia di travolgere anche gli afflitti da altre patologie e le loro famiglie, soffocati da un sistema sanitario che non riesce più a dare risposte tempestive. Con risvolti, a volte kafkiani, come nella vicenda che sta coinvolgendo la famiglia di Fabiano Falappa, di Ancona: «Siamo tutti positivi al Covid, ovviamente in isolamento a casa. Siamo in cinque ma la situazione più preoccupante è quella di mio padre 80enne. Deve cambiare il catetere una volta al mese, un'operazione che va fatta da un medico. ma ora, da positivo, non può andare all'ospedale. E non troviamo, neanche pagando, chi lo faccia a domicilio. L'impianto è stato sostituito l'ultima volta il 6 dicembre scorso. Siamo disperati, non sappiamo cosa fare. Anche perchè ho avuto adesso gli ultimi risultati e siamo tutti ancora positivi».

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"La sua situazione di salute versava già da prima in una condizione non ottimale, in quanto a causa di un grave errore medico (per cui stiamo procedendo legalmente), il poveretto aveva subito un importante danno all’apparato urinario. Nello scorso mese di ottobre, infaƫtti, a seguito di un intervento è stato dimesso dalla clinica  senza che nessuno verificasse la corretta ripresa delle funzionalità urinarie. Una volta giunto a casa ha iniziato ad avere difficoltà nella minzione, bruciori e rossori. Quando siamo riusciti a realizzare che la problematica fosse più grave del previsto, lo stesso è stato soccorso in ospedale con l’applicazione di un catetere, esplellendo ben tre litri di urina e realizzando in quel contesto di aver corso un serio rischio per la propria incolumità. Dal mese di ottobre pertanto è stato cateterizzato ed è ora in attesa di essere operato alla prostata, con la remota speranza di poter limitare i danni. Il catetere che gli è stato applicato, per le sue particolari caratteristiche, necessita di essere sostituito mensilmente in ambito ospedaliero ad opera di un urologo. Questo per evitare il presentarsi di pericolose infezioni. L’ultimma sostituzione gli è stata praticata il 06/12/2021. La situazione attuale e contingente, casuata dalla infezione da Sars Cov2 purtroppo, vieta al pover’uomo di uscire di casa per recarsi nel reparto di urologia e non consente viceversa di reperire personale idoneo che possa effettuare il trattamento a domicilio". 

E neanche quando l'uomo è stato portato in  ospeale è stata possibile l'operazione: "Nella mattinata del 7 gennaio gli è stata praticata la terapia monoclonale presso l’ospedale Carlo Urbani di Jesi: considerando che lo stesso avrebbe dovuto trascorre diverse ore all’interno di una struttura ospedaliera, abbiamo pertanto chiesto la cortesia al personale sanitario di poter operare la sostituzione del catetere.

Gli stessi hanno riferito che il paziente avrebbe dovuto essere trattato da un urologo e che al momento non ve ne erano di disponibili! Incredibile".

Lo sconforto della famiglia è grande, anche perché ogni tentativo è stato vano: "Abbiamo provato a contattare istituti di assistenza privata, ma tutti gli infiermieri a cui ci siamo rivolti hanno ribadito la necessità che la sostituzione avvenisse ad opera di un medico ed in ambito ospedaliero, rifiutando la prestazione. Abbiamo tentato di contattare medici urologici per poter richiedere assistenza domiciliare privata, previo compenso, ma nessuno si è reso disponibile, sicuramente per il timore di essere contagiati .Abbiamo cercato di contattare il preparto di urologia in cui è seguito. Gli operatori hanno suggerito di richiedere all’Usca un “lasciapassare” temporaneo per consentire al paziente di raggiungere il reparto. Abbiamo comunque fatto il tentativo di contattare i medici del predetto reparto i quali hanno ovviamente rigettato in maniera tassativa la proposta . Gli stessi si sono altresì ampiamente adoperati per reperire un urologo, ma invano.  Abbiamo percorso anche la strada del Medico di base, supplicandolo di aiutarci, ma lo stesso ci ha riferito di essere oberato di lavoro, esortandoci a ricorrere al Pronto Soccoroso! E’ giusto che un paziente, affetto da una seria forma di polmonite virale debba accedere al pronto soccorso, per la banale sostituzione di un catetere? E poi, anche ammesso che questa possa essere l’unica soluzione applicabile, come potremmo affidare un malato così delicato ad un’autoambuanza, nella consapevolezza che il poveretto potrebbe essere abbandonato per ore in una struttura super affollata, in un momento di seria crisi epidemiologica, debole, immunodepresso e susceƫbile a contrarre una qualunque altra infezione? La questione è davvero delicata e sta esaurendo taotalmente le energie di una intera famiglia che non riesce in alcun modo a provvedere alle importanti e contingenti esigenze di un malato, già ampiamente danneggiato, amareggiato e sofferente. E’ pressochè assurdo che, a distanza di due anni, il sistema sanitario risulti ancora così palesemente disorganizzato e che il Covid sia ancora capace di paralizzare la sanità pubblica a tal punto".

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