Il medico 007 che ha recitato il ruolo di corrotto per incastrare l’infermiere: ecco passaggio per passaggio come ha fatto

Il medico 007 che ha recitato il ruolo di corrotto per incastrare l’infermiere: ecco passaggio per passaggio come ha fatto
Il medico 007 che ha recitato il ruolo di corrotto per incastrare l’infermiere: ecco passaggio per passaggio come ha fatto
di Stefano Rispoli
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Martedì 11 Gennaio 2022, 02:40 - Ultimo aggiornamento: 16:40

ANCONA - Per giorni ha indossato il camice di vaccinatore e l’abito da detective con una freddezza invidiabile. Avrebbe potuto smascherare subito il collega, e invece ha fatto la parte: ha finto di sottostare al giochino, si è calato perfettamente nel ruolo di corrotto, ha accettato perfino le mazzette in cambio del silenzio. E con una sagacia da 007 infallibile ha estorto a Luchetti, l’infermiere che somministrava vaccini fake, una confessione piena, registrata con lo smartphone.

Poi, raccolto materiale a sufficienza, si è rivolto alla polizia, consentendo alla Squadra Mobile di eseguire le indagini, piazzare le spycam all’hub del Paolinelli e raccogliere prove giudicate schiaccianti sull’operato dell’infermiere infedele. 


Un capolavoro d’investigazione quello di Carlo Miglietta, il medico odontoiatra che ha scoperto il bubbone che covava all’interno del Paolinelli. «L’equipe del centro Paolinelli è caratterizzato da personale unito, coeso e pronto ad allontanare la mela marcia», sono le uniche parole che si sente di dirci.

Tutto ha avuto inizio a fine novembre quando il 32enne medico anconetano, con studio a Falconara, ha notato che «Luchetti accoglieva presso l’hub diversi gruppi di persone, circa 10 alla volta, in varie giornate - così si apprende dall’ordinanza -, asserendo che erano tutti pazienti del Centro di salute mentale», dove l’infermiere arrestato lavora. «Non soltanto provvedeva personalmente alla vaccinazione, accreditandosi come unico riferimento per tali pazienti, ma vaccinava diversi altri individui che non mostravano patologie psichiatriche». 


E quando il medico chiedeva a Luchetti chi fossero quelle persone, «lui rispondeva genericamente che erano affetti da attacchi di panico. Tra questi, spiccava anche un certo numero di cittadini romeni». Strano, molto strano. Ha capito tutto il 1° dicembre, quando ha notato un noto dermatologo anconetano e la moglie confabulare con Luchetti. Si è avvicinato alla cabina delle inoculazioni, protette alla vista da un separée, e «ho visto distintamente Luchetti che gettava all’interno dello specifico contenitore la siringa ancora piena della soluzione vaccinale», ha spiegato in sede di denuncia. «Allo stesso tempo, attaccava un cerotto sul braccio della signora». È qui che il medico lascia spazio all’investigatore. Miglietta, spinto un po’ dalla paura e un po’ da un senso di giustizia, ha deciso di affrontare apertamente Luchetti, dicendo di aver visto tutto.

«Ma ho dissimulato la mia contrarietà, per non agitarlo e metterlo nelle condizioni di fare ammissioni. Infatti, ha ammesso di non aver inoculato il vaccino, sostenendo di conoscere la coppia e di aver avuto sollecitazioni per non iniettarlo alla donna». Così il medico ha dato vita alla grande messinscena: usando il cellulare come microspia, ha registrato tutte le conversazioni con l’infermiere. Ha scoperto che «era in contatto con diverse persone che intendevano ottenere il Green Pass senza ricevere effettivamente il vaccino», come le 4 che quel giorno erano in fila per la finta iniezione.


L’odontoiatra, di fronte alla verità, è rimasto «sorpreso e sconcertato», al punto che «impulsivamente ho considerato più importante capire quante persone fossero coinvolte in questo piano, piuttosto che interromperlo». Il medico non ha perso l’aplomb nemmeno davanti ai soldi fumanti che, appena incassati, l’infermiere voleva condividere con lui, tentando di coinvolgerlo nel diabolico piano. Li ha accettati e consegnati in tre tranche alla polizia perché «l’infermiere insisteva e io li prendevo, pensando di poter continuare a recitare la mia parte».

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