Appalti truccati e corruzione: arrestati il geometra del Comune e quattro imprenditori. Ecco chi sono. Indagato l'assessore

Appalti truccati, blitz al Comune di Ancona: arrestati un dipendente pubblico e quattro imprenditori
Appalti truccati, blitz al Comune di Ancona: arrestati un dipendente pubblico e quattro imprenditori
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Giovedì 7 Novembre 2019, 10:11 - Ultimo aggiornamento: 22:06

ANCONA - Un imponente blitz della polizia al Comune di Ancona: perquisizioni in vari uffici e 5 persone sono state arrestate nell'ambito di un'inchiesta sui lavori pubblici.
 



A finire in carcere è stato il 40enne geometra del Comune, della direzione competente per i settori manutenzione, frana e protezione civile. Ai domiciliari, invece, quattro imprenditori, di cui due anconetani: tutti con l'accusa di corruzione aggravata.  Nell'inchiesta, molto ampia, ci sarebbero una trentina di indagati, molti dei quali dipendenti del Comune. Tra loro anche l'assessore ai lavori pubblici Paolo Manarini, il cui avvocato Franco Blodrini spiega: «Il mio assistito è certo che si farà chiarezza perché non c'entra nulla con le accuse mosse. Aspettiamo i risvolti delle indagini». 

Agli arresti domiciliari i quattro imprenditori, accusati di aver corrotto il funzionario comunale per aggiudicarsi gli appalti: sono Marco Duca, 53 anni di Cupramontana, titolare dell’impresa Duca Marco & C.; il geometra Carlo Palumbi, 66 anni di Val Vomano (Teramo) e titolare della Procaccia & C. Srl Impresa Edile; Francesco Tittarelli, 69 anni di Ancona, titolare della Tittarelli Francesco & C. Sas con sede a Montesicuro; Tarcisio Molini, 65 anni della ditta Mafalda Costruzioni Srl di Cingoli. 


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L’articolata e complessa attività investigativa, iniziata nell’autunno del 2018, ha visto come principale protagonista  il pubblico ufficiale del Comune di Ancona il quale,  violando quelli che sono i principi cardine del buon andamento della pubblica amministrazione, ovvero il principio di trasparenza, economicità, correttezza, nonché inosservante del rispetto del principio di rotazione degli inviti e delle assegnazioni dei lavori e ne liquidava il compenso in modo diretto e sistematico sempre alla stessa rosa di ditte “amiche” comprese in un vero e proprio “cartello”, una moltitudine di lavori in gran parte mai eseguiti e, in altri numerosi casi eseguiti solo in parte e per un valore di gran lunga inferiore a quello corrispondente al denaro pubblico erogato.
 


Tra gli appalti finiti nel mirino anche quello per la costruzione dei laghetti del Passetto. In cambio il dipendente pubblico riceveva dagli “imprenditori amici” ogni forma di illegittima utilità riscontrata durante l’attività di indagine: nei "doni" si va lavori in casa a costosi oggetti hi-tech, tra cui telefoni, telecamere e droni. Nel corso dell’attività investigativa sono emersi altri fatti delittuosi che hanno coinvolto altre 30 persone, indagate, a vario titolo per i reati di: abuso d'ufficio, falsità materiale ideologica in atti pubblici, turbata libertà degli incanti ed in materia ambientale, truffa aggravata ai danni dello Stato finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche, rifiuto di atti d'ufficio.
 

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