Il cordolo è una trappola, cade e si rompe un braccio: chiede al Comune di Ancona 50mila euro di risarcimento

Il cordolo è una trappola, cade e si rompe un braccio: chiede al Comune di Ancona 50mila euro di risarcimento
Il cordolo è una trappola, cade e si rompe un braccio: chiede al Comune di Ancona 50mila euro di risarcimento
di Stefano Rispoli
3 Minuti di Lettura
Lunedì 6 Febbraio 2023, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 15:07

ANCONA - Cinquantamila euro. È la somma che il Comune di Ancona potrebbe vedersi costretto a sborsare per risarcire un pensionato rimasto gravemente ferito per essere inciampato su un cordolo-trappola. L’ultima udienza, in sede civile, è fissata per il prossimo 15 febbraio: quel giorno si chiuderà, a distanza di quasi 4 anni, l’incubo di un ottantenne che nel dicembre del 2019, nell’area del cantiere della piazzetta delle Palombare, all’epoca in fase di realizzazione, finì a terra per colpa di un cordolo posizionato lungo il marciapiede, mentre era impegnato ad attraversare la strada. 

 


Il pensionato anconetano, assistito dall’avvocato Roberta Di Martino, fallito ogni tentativo di conciliazione, ha deciso di citare in giudizio il Comune per il grave infortunio subito: a seguito della rovinosa caduta, riportò la frattura di un braccio, per ricomporre la quale fu operato con l’inserimento di placche e viti all’altezza dell’ulna. La prognosi iniziale di due mesi si è protratta a 199 giorni di inabilità per vie delle lesioni subite. La causa, giunta ormai agli sgoccioli, è incentrata sul fatto che il Comune è ritenuto responsabile degli obblighi di custodia della piazza e della pericolosità del cordolo posizionato nell’area di cantiere tra via dell’Artigianato e via dell’Industria che, secondo il ricorrente, non era stato realizzato a regola d’arte.

A confermarlo sarebbe il fatto che nel frattempo è stato modificato: non è più a spigolo vivo sul limite dell’attraversamento pedonale, ma ora si raccorda a forma di cuneo con il piano della strada. Per di più, è stato evidenziato di giallo: per l’accusa, è come se il Comune avesse implicitamente riconosciuto la pericolosità di quell’ostacolo. La richiesta di risarcimento ammonta a 45mila euro che, considerando anche le spese mediche e gli interessi da quantificare, è destinata a superare quota 50mila euro. 

Fioccano le cause


Fioccano le cause contro il Comune per via degli asfalti rovinati e dei marciapiedi dissestati. Si calcola che ogni anno l’Amministrazione spenda oltre 80mila euro per risarcire automobilisti e centauri finiti in buca: un’impennata si è registrata nei giorni scorsi, quando voragini si sono aperte un po’ dappertutto anche per effetto del maltempo. Ma sono numerose pure le azioni civili intentate dai pedoni. Una richiesta di risarcimento è stata intrapresa di recente da un’impiegata anconetana di 52 anni caduta in via Palestro in un avvallamento: ha chiesto al Comune 19mila euro, il prezzo di una frattura al piede che ha comportato terapie ambulatoriali. Ha dovuto attendere il secondo grado di giudizio, invece, un operaio anconetano di 45 anni che, passeggiando con un’amica in via Colombo, è inciampato su una mattonella sconnessa del marciapiede. Dopo oltre un decennio si è visto riconoscere, in appello, un risarcimento di circa 15mila euro per curare una lesione tendinea della spalla provocata dalla caduta. Per il giudice, la responsabilità dello stato del marciapiede è del Comune. Inoltre, l’operaio non si sarebbe mai potuto accorgere del dissesto del marciapiede, visto che la mattonella si è staccata al suo passaggio. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA