Il conto della Tassa rifiuti è di 21,3 milioni. Le nuove tariffe contestate dalla minoranza

Il conto della Tassa rifiuti è di 21,3 milioni. Le nuove tariffe contestate dalla minoranza
Il conto della Tassa rifiuti è di 21,3 milioni. Le nuove tariffe contestate dalla minoranza
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Mercoledì 30 Settembre 2020, 05:05 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 08:07

ANCONA - La Tari presenta un conto da 21,3 milioni da suddividere tra famiglie e attività commerciali. Oggi andrà pagata la prima rata con i bollettini già inviati da Ancona Entrate mentre il saldo andrà effettuato il 3 dicembre. E in quell’occasione entreranno in vigore i nuovi calcoli (che prevede un aumento tra il 5-6%) sulla base del regolamento votato ieri dal consiglio comunale (approvato con i soli voti della maggioranza).


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Un conguaglio che, soprattutto per le aziende, sarà in parte attenuato dalle agevolazioni decise ieri dall’aula. Un pacchetto di 800mila euro di aiuti suddiviso tra le varie categorie non domestiche chiuse fino a 55 giorni per effetto del lockdown. La delibera Tari è stata contestata ieri dalla minoranza che, pur riconoscendo la bontà degli incentivi alle imprese e negozi, ha sottolineato come «le famiglie siano ancora gravate da una tassa che risulta tra le più alte», con «un servizio non sempre efficace ed effciiente» e una manovra di sgravi che «non ha comunque tenuto conto dei liberi professionisti».

Per la Cna «l’effetto del taglio della Tari per i giorni di lockdown alle imprese viene in parte annullato dagli aumenti delle singole tariffe delle varie categorie, composta da quota fissa e quota variabile». «E’ difficile spiegare ad una piccola pizzeria al taglio perché deve pagare una tariffa di quasi 20 euro a mq solo perché si ritiene che lavori molto umido – commenta Andrea Cantori, segretario Cna Ancona – Sempre più vi è l’esigenza che le problematiche aperte da anni sul gestore unico e sul trattamento dell’umido siano risolte, nella speranza che questo porti ad una migliore gestione del rifiuto, con costi più bassi e quindi con una diminuzione delle tariffe per le utenze non domestiche. Oltre a questo - conclude Cantori - occorrerebbe una revisione a livello nazionale della legge che istituisce queste tariffe per dare più margine di autonomia ai comuni, creando un vero federalismo fiscale».

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