Condanna bis per Jurgen Mazzoni, lo stalker che incendiava le auto

Condanna bis per Jurgen Mazzoni, lo stalker che incendiava le auto
Condanna bis per Jurgen Mazzoni, lo stalker che incendiava le auto
di Federica Serfilippi
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Giovedì 8 Luglio 2021, 05:30

SENIGALLIA - Veicoli danneggiati e dati alle fiamme: ancora una condanna per Jurgen Mazzoni. Il giudice Francesca Pizii ha stabilito per il 45enne senigalliese una pena di un anno e quattro mesi di reclusione. Doveva rispondere di tre atti vandalici perpetrati ai danni dei mezzi di proprietà dei familiari della studentessa vittima di atti persecutori e diventata l’ossessione amorosa di Mazzoni tra il 2016 e il 2017. Per quello stalking, è stato condannato in via definitiva a tre anni e mezzo di reclusione. Il 45enne, che ha già scontato la pena per l’omicidio della moglie Federica Gambardella commesso nel 2001, si trova attualmente in una comunità fuori regione. 

Il risarcimento

Dovrà anche risarcire le vittime dei danneggiamenti, ovvero gli zii e i genitori della studentessa: in totale, il giudice ha stabilito una somma di 50mila euro. Le vittime erano parte civile con gli avvocati Ruggero Tomasi e Mary Basconi. Mazzoni, che ha sempre respinto l’accusa di aver perpetrato gli atti vandalici, era difeso dal legale Maila Catani. I fatti oscillano tra l’ottobre del 2016 e l’aprile del 2017, a Senigallia. Un arco di tempo che, in parte, coincide con gli atti persecutori di cui era rimasta vittima la studentessa 26enne che, all’epoca, aveva denunciato tutto alla Squadra Mobile di Ancona, esecutrice poi dell’arresto del senigalliese. Stando alla procura, in tre occasioni Mazzoni si era recato nelle pertinenze della famiglia della ragazza per farsi promotore dei danneggiamenti. Per la procura, il 9 ottobre del 2016 aveva squarciato le quattro ruote del furgone Opel di proprietà del padre della studentessa. 
Il pacco anonimo
Lo stesso furgone, l’8 dicembre, era stato dato alle fiamme e, in quell’occasione, le lingue di fuoco avevano anche attaccato una Fiat 500.

Il 25 aprile dell’anno successivo un rogo aveva distrutto una Mercedes appartenuta sempre al padre della ragazza. Nei mesi scorsi, Mazzoni è stato assolto (perché il fatto non sussiste) da un’altra vicenda di stalking. L’accusa era stata formalizzata dopo l’arrivo a casa della studentessa 26enne di un pacco anonimo. Dentro c’era un carillon a forma di Babbo Natale. Per stringere il cerchio attorno al mittente, la Squadra Mobile aveva dovuto rintracciare l’ordine di spedizione e il tagliandino con cui era stato richiesto il pacco regalo. Stando all’idea della procura (che aveva chiesto un anno di carcere), Mazzoni avrebbe fatto tutto mentre si trovava recluso a Montacuto. L’accusa ipotizzava che avesse trovato il coupon da un giornale (Tv Sorrisi e Canzoni) acquistato all’interno del penitenziario, ordinato il carillon in concomitanza con il compleanno della vittima e dato disposizione affinché il pacco arrivasse a lei. 

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