ANCONA - Al Monumento il gesto di City Angels e volontari dell’Associazione Ankon Nostra, al Pincio coperte vestiti e generi di prima necessità donati da un gruppo di residenti. Fine settimana all’insegna della solidarietà nei confronti dei tanti poveri disperati che vivono per strada in attesa di regolarizzare la propria posizione in Italia.
L’allarme
Sono clandestini e quindi fantasmi, sempre in cerca di un alloggio di fortuna, senza diritto a servizi fino a che non viene rilasciato il permesso di soggiorno o in alternativa il riconoscimento dello stato di rifugiato politico. Al Passetto, a pochi metri dal Monumento ai Caduti, rappresentanti delle associazioni City Angels Ankon Nostra hanno portato piumoni, vestiti e una ventina di paia di calzature nuove di zecca donate da un cittadino. Clochard che vivono accampati in riva al mare nell’androne antistante l’ascensore del Passetto.
Un momento di festa per questi ragazzi.
La storia di Daniel
Tra le tante storie da raccontare anche quella di Daniel, pure lui pakistano, alla ricerca di un posto dove far dormire la moglie con i tre bambini arrivati in Italia proprio in questi giorni dopo aver subito torture documentate con fotografie choc. Drammi umani che non risparmiano i bambini, vittime innocenti di una burocrazia senza cuore né fine. Tra dolore, disperazione e senso di impotenza c’è anche il tempo per un sorriso. A fare da interprete al Monumento c’è un ragazzo pakistano di nome Ali. Ali è riuscito a trovare lavoro come muratore, ha una casa in affitto ed ora è un volontario dei City Angels.
A comunicare l’assunzione e il reperimento di un alloggio è stato lo stesso Ali ai responsabili dei City Angels. Una notizia accolta con commozione da parte di chi si è battuto per dare un futuro al giovane, che ora nel suo piccolo cerca di aiutare i suoi connazionali facendo da interprete. La solidarietà non è mancata neppure al parco del Pincio, dove un gruppo di residenti con alcuni ragazzi hanno portato abbigliamento, coperte e generi di prima necessità a due giovani che vivono nei bagni pubblici. In attesa di regolarizzare la propria posizione in Italia, i due clochard hanno realizzato un bivacco con tanto di coperte e materassi per difendersi dal freddo dell’inverno.
Claudio Comirato