ANCONA - L’assenza di quasi tutti i consiglieri comunali di minoranza alla cerimonia per la Festa della Repubblica è diventato un caso. Presente solo Susanna Dini del Pd. L’ex assessore Stefano Foresi è arrivato in seconda battuta, verso la fine della manifestazione. Tutti gli altri, per un motivo o per l’altro, hanno dato forfait: Andrea Vecchi, Carlo Pesaresi, Diego Urbisaglia, Francesco Rubini, Federica Fiordelmondo, Giacomo Petrelli, Massimo Mandarano, Mirella Giangiacomi, Tommaso Fagioli. Assente anche la candidata a sindaco per il centrosinistra, Ida Simonella. Non c’erano nemmeno i vertici comunali del Pd.
Lo scivolone
Per carità, nessuno sentenzia sui possibili impegni privati, quanto mai legittimi, che ognuno possa avere avuto.
Motivo della mancanza? «Impegni personali» hanno ribadito entrambi i consiglieri. Il problema non è l’assenza in sé alla manifestazione. Ma il fatto che quella particolare cerimonia ha un valore culturale e politico su cui fondano le proprie radici quei partiti che oggi, alcuni per la prima volta nella storia di Ancona, si trovano all’opposizione. Ed essere stati presenti in questo frangente, all’indomani di una sconfitta epocale, avrebbe mandato un segnale di presidio e vicinanza proprio a quei valori culturali. Non è formalità. É politica. E alla leggerezza ammessa da Pelosi si potrebbe aggiungere che sia stata, appunto, di carattere politico. Ma c’è da dire che quelle forze politiche, il Pd in particolar modo, sono ancora sotto choc e attorcigliate nelle considerazioni post-sconfitta.
Le reazioni
Ida Simonella, dopo mesi di campagna elettorale intensa ed estenuante, ha legittimamente deciso di staccare la spina per qualche giorno. «Ero fuori con la mia famiglia» ha detto. Così come il consigliere Urbisaglia: «Non sono solito fare il presenzialista - precisa - e poi il 2 giugno avevo degli impegni presi da tempo. Per l’anno prossimo ho già chiesto di prendere parte al plotone dei vigili del fuoco per la cerimonia ai Fori Imperiali di Roma».
Nessuno sta qui con il foglio delle presenze, ci mancherebbe. Ma quando si ha un ruolo politico-amministrativo in città, ci sta che si rispetti un protocollo. Del resto alla manifestazione del 25 aprile, in piena campagna elettorale, c’erano anche gli ultimi candidati di lista. «Io non ho mai presenziato alla cerimonia della Festa della Repubblica - afferma Fagioli -. Quei valori sono abituato a professarli ogni giorno». Quindi: erano tutti impegnati altrove per varie ragioni di natura personale. E nessuno lo mette in dubbio. Ma la casualità dell’assenza in massa a tre giorni dalla débacle è sembrata una sonora stonatura.
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