Asporto soldout per il cenone di San Silvestro in casa: packaging biologico e aperitivi a tavola, le proposte più trendy degli chef

Ristoranti vuoti a San Silvestro: il cenone si farà in casa
Ristoranti vuoti a San Silvestro: il cenone si farà in casa
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Martedì 29 Dicembre 2020, 06:45

ANCONA - Il cenone quest’anno si fa da asporto. Fioccano le ordinazioni a ristoratori, chef, sommelier e bartender alle prese con ricette e miscelazioni pret-a-porter. Il tutto con un packaging studiato ad hoc per dare un taglio ancor più particolare al prodotto. O semplicemente come strategia di marketing imprenditoriale, così da lasciare un ricordo, in qualche caso un gadget, al cliente finale. E se è vero che da ogni crisi nasce un’opportunità, gli operatori della ristorazione sono la categoria che più di altre ha dovuto adattarsi allo stravolgimento dettato dalla pandemia. Per alcuni la modalità del servizio da asporto diventerà un filone destinato a proseguire anche quando l’emergenza sarà solo un brutto ricordo. 

 

Averlo pensato tempo fa, probabilmente saremmo trasecolati. Il cenone dell’ultimo dell’anno in box, pronto per essere consumato in casa. Inconsueto, per carità. Ma comodo e funzionale. E poi la tradizione culinaria non viene affatto tradita. Anzi. Riproposta o rivisitata, arriva comunque nelle nostre tavole. Insomma, che sia di carne o di pesce, il menù del 31 in modalità asporto sta andando alla grande. «Manca poco per chiudere le prenotazioni – dice Davide Breccia de L’Osteria a Sirolo - siamo all’80% delle richieste disponibili. Ancora un po’, e poi siamo soldout». 


Dal cannellone ripieno di spigola alla bavetta di black angus, le proposte dei menù de L’Osteria hanno fatto centro. E i prezzi in linea con quelli dei colleghi: più o meno tutti tra i 35-40 euro per la carne e i 50 euro per il pesce. Ma c’è anche chi ha preferito lasciare libera scelta al cliente con la proposta di una selezione di piatti dal menù alla carta. «Con l’aggiunta di uno sconto del 15% sui vini locali – precisa Cristian Ramazzotti dell’osteria Tajamare a Senigallia -, per l’occasione abbiamo voluto proporre una varietà di verdicchio, dalla bollicina al classico fermo». 

E dalla tradizione all’innovazione il passo è breve. «Tra le portate, immancabile il cotechino – spiega Matteo Antonelli, sommelier e responsabile di sala all’Hotel Ristorante Mira Conero - ma accompagnato da una vellutata di legumi». Una rivisitazione, questa, realizzata dallo chef e titolare Sauro Leonardi. Poi c’è chi punta esclusivamente sul pesce, come il ristorante anconetano La Degosteria. «Piatto forte: raviolo di gamberi al sugo di mazzancolle nostrane – spiega il titolare Matteo Marchegiani – e per brindare consigliamo una bollicina rosè». Per un cenone come si deve, non può mancare l’aperitivo. D’asporto anche quello, ca va sans dire. Il barman Francesco Pinna del bistrot Gnaogatti ha pensato ad un classico intramontabile: «Un bel Negroni – dice il barman – e il nostro cocktail di punta, il vodka sour allo zenzero. Più altre chicche su cui stiamo ragionando». Un work in progress che fino all’ultimo può riservare sorprese. Come quella che Corrado Bilò, storico titolare de La Moretta in Piazza del Papa, ha voluto fare ai propri clienti. «Non volevo fare l’asporto per il 31 – dice il ristoratore – ma sono stato sommerso di telefonate. Così ho stravolto i piani e ho creato un menù di pesce da grandi occasioni. Una particolarità: i bocconcini di aragosta mollicati e gratinati». 

E se è vero che agli chef è venuta a mancare la possibilità di esprimersi con i migliori impiattamenti, altrettanto vero è che non si sono risparmiati con un altro tipo di creatività. «Abbiamo ideato un packaging biologico non sotto vuoto e a chiusura ermetica» spiega Davide Breccia de L’Osteria. «Le nostre preparazioni, invece, hanno bisogno di essere confezionate sottovuoto e le metteremo all’interno di buste griffate con il nostro logo e chiuse con una mollettina di legno» dice Pinna. «Ci siamo impegnati in una presentazione piacevole – spiega Cristian Ramazzotti – il packaging è importante se l’unico servizio possibile è l’asporto».

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