Sos sballo e smartphone, ragazzi social-dipendenti: casi di anoressia nelle scuole di Ancona

Sos sballo e smartphone, ragazzi social-dipendenti: casi di anoressia nelle scuole di Ancona
Sos sballo e smartphone, ragazzi social-dipendenti: casi di anoressia nelle scuole di Ancona
di Michele Rocchetti
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Giovedì 22 Dicembre 2022, 04:30 - Ultimo aggiornamento: 16:10

ANCONA  - Sempre più fragili e sempre più a rischio di cadere in qualche forma di dipendenza. L’adolescenza è un periodo complicato, chi vi fa ingresso adesso, dopo anni di paura per la pandemia, la guerra e l’inflazione, sembra essere ancora più in difficoltà. Non stupisce l’allarme lanciato dal capo della Squadra Mobile di Ancona, che ha parlato di prime esperienze con le droghe già all’età di 12 o 13 anni. Ma la fuga dalla realtà può assumere tante forme, tra cui quella della dipendenza da cellulare. Che il Ministero ha ribadito non dover essere utilizzato in classe. Cosa cui tutte le scuole di Ancona hanno già provveduto da tempo. 


La nuova normativa 


Anche se far rispettare le relative norme non è sempre così facile. «Negli ultimi anni abbiamo avuto prime classi con soggetti molto problematici - rivela Francesco Savore, dirigente dell’istituto superiore Vanvitelli Stracca Angelini -.

Non che qualcuno sia arrivato a scuola ubriaco o sia stato trovato in classe a farsi una canna, anche se il sospetto che al di fuori degli ambienti scolastici questo possa accadere esiste, però abbiamo registrato una scarsa propensione al rispetto delle regole, a partire da quelle sull’utilizzo del cellulare», che all’Istvas è limitato già da tempo. «Tuttavia - mette in evidenza Savore - ci sono ragazzi che stanno comunque attaccati ai social tutto il giorno, vivendo una vita parallela». E non è l’unica problematica legata all’utilizzo della tecnologia. «In qualche caso – rivela Savore – siamo dovuti intervenire perché i social venivano utilizzati in maniera spiacevole». Leggi cyberbullismo. «Inoltre – continua Savore - negli ultimi tempi abbiamo dovuto affrontare casi di anoressia causati proprio dai social».

Questo ha fatto lievitare le richieste di aiuto allo psicologo scolastico. «Negli anni del Covid c’è stata la tendenza delle famiglie ad affidarsi molto alla scuola, vista come baluardo dell’educazione dei propri figli – sottolinea Savore -. Che di per sé è una cosa positiva. Però i genitori devono darci una mano. Invece a volte registriamo una completa assenza della famiglia».

Le cose vanno decisamente meglio al liceo scientifico Galilei, dove la dirigente Alessandra Rucci sostiene di aver sì osservato una maggiore fragilità dei ragazzi più giovani dopo gli anni di pandemia, ma questo non sarebbe sfociato in conclamati fenomeni di dipendenza. «Esiste il sospetto del saltuario consumo fuori dalle aule scolastiche di alcol o sostanze illecite, ma si tratta di casi che si contano sulla punta delle dita». E anche il telefonino non sarebbe un problema. «I ragazzi sono molto disciplinati e lo utilizzano soltanto per le attività didattiche».

Ancora più tranquilla la situazione alle medie di Pinocchio e Montesicuro di cui Rucci è reggente: «Lì alcuni genitori nemmeno danno il cellulare ai propri figli quando vengono a scuola». Nessun problema anche all’istituto comprensivo Scocchera: «Il progetto “No alla dipendenza sì all’indipendenza”, che ha visto nei giorni scorsi nostra ospite la polizia locale, non è stato frutto di un’emergenza – fa sapere la dirigente Raffaella Mazzocchi -, ma rientra nell’ambito dell’offerta formativa che comprende l’educazione alla legalità e al corretto uso della tecnologia».

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