Sfrattati dalla “casa rossa” dell'ex Crass dopo il terremoto: «I nostri ragazzi vivono tra topi e muffa»

Sfrattati dalla “casa rossa” dell'ex Crass dopo il terremoto: «I nostri ragazzi vivono tra topi e muffa»
Sfrattati dalla “casa rossa” dell'ex Crass dopo il terremoto: «I nostri ragazzi vivono tra topi e muffa»
di Claudio Comirato
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Lunedì 9 Gennaio 2023, 08:13 - Ultimo aggiornamento: 14:33

ANCONA - Costretti ad abbandonare la “casa rossa” all’interno dell’ex Crass, danneggiata dal terremoto, e dirottati all’ex dispensario di via Giordano Bruno, struttura fatiscente dove i posti letto non sono nemmeno sufficienti. E’ una vera e propria odissea quella degli oltre 15 ragazzi affetti da problemi di natura psichiatrica che fino alle scosse del 9 novembre vivevano nel centro residenziale immerso nel verde nell’area dell’ex Crass. 

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Il disagio

A causa dei danni riportati dalla struttura, i ragazzi sono finiti all’ex dispensario, ma in realtà nessuno tra gli operatori della struttura né i responsabili dell’associazione “Liberalamente” hanno avuto modo di vedere la documentazione che ordina lo sgombero dell’edificio. La “casa rossa” già con il terremoto del 2016 aveva riportato delle lesioni nei locali della cucina e in quello della lavanderia: dopo l’ultimo sisma è stata evacuata, ma in questi 5 anni nulla è stato fatto per ristrutturare il complesso. I ragazzi che fino a novembre vivevano qui, godendo anche di spazi esterni dove potevano svolgere delle attività come l’orto, sono stati traslocati in un edificio che peraltro ospita anche il centro di salute mentale, sempre gestito dall’Ast (ex Asur). Uno spostamento che ha destabilizzato l’intera organizzazione di questa piccola comunità di ragazzi: basti pensare che 9 di loro, non avendo trovato posto all’ex dispensario, sono tornati alle famiglie di origine, sospendendo tutte le attività rieducative che stavano portando avanti. I restanti 6 sono stati accolti all’ex dispensario dove di necessità si è fatto virtù: la vecchia infermeria è diventata la cucina, gli studi medici e un magazzino sono diventati le camere dei ragazzi. Tra muri pieni di muffa, un solo bagno senza doccia e lavandini otturati ci si è accorti anche della presenza di alcuni ratti in una struttura non idonea e che non permette di svolgere alcun tipo di attività ludico-ricreativa. Una situazione di disagio che coinvolge sia gli ospiti sia gli stessi operatori. A sollevare il caso è Maria Silvana Spegne, presidente di Liberamente: «L’associazione è nata tempo fa in quanto era necessario creare un soggetto giuridico per la gestione in comodato d’uso gratuito dei circa 7 ettari di terra che si trovano annessi alla casa rossa e ha coinvolto i genitori di questi ragazzi - spiega -. Mai ci saremmo aspettati di dover far fronte a questa situazione». 
L’appello
«Ci avevano detto che la collocazione all’ex dispensario era una soluzione provvisoria e invece non si è fatto sentire più nessuno - continua Spegne -.

Quell’edificio non è idoneo per accogliere questi ragazzi che stanno andando incontro ad una vera e propria regressione. Più tempo passa e più sarà difficile recuperare il lavoro fatto. Come associazione a tutela dei nostri figli vogliamo essere ascoltati e coinvolti nella risoluzione del problema: invito i responsabili dell’Ast a fare un sopralluogo per vedere in che condizioni versa l’edificio».

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