Cardeto, un parco da salvare ad Ancona: «Partnership per il recupero». «Integrazione con il Conero»

Cardeto, un parco da salvare ad Ancona: «Partnership per il recupero». «Integrazione con il Conero»
Cardeto, un parco da salvare ad Ancona: «Partnership per il recupero». «Integrazione con il Conero»
di Stefano Rispoli
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Venerdì 31 Marzo 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 14:10

ANCONA «Riprendiamoci il Faro». «No, integriamo il Cardeto nel Parco del Conero». Fra centrosinistra e centrodestra la spaccatura è totale anche sul tema della riqualificazione del “polmone” da 35 ettari a picco sul mare. Le visioni dei due principali sfidanti per le amministrative di maggio sono diametralmente opposte. Da un lato Ida Simonella si tiene stretta il parco e spinge per inglobare il Faro tra le proprietà comunali, allo scopo di riqualificarlo e riaprirlo il prima possibile. Dall’altro, Daniele Silvetti torna a ribadire l’importanza di una gestione complementare con il Parco del Conero (di cui è presidente), nell’ottica di un sistema turistico integrato, vista come unica soluzione per restituire decoro e dignità a questo smeraldo incastonato nella città e sfregiato dal degrado. 


Il centrosinistra

Sul Cardeto, negli ultimi mesi, la giunta Mancinelli ha puntato forte.

Prima l’annuncio dell’accordo con il Demanio per la riqualificazione dell’ex caserma Stamura, da trasformare in sede dell’Archivio di Stato, poi l’annuncio della volontà di acquisire il Faro tramite una permuta con lo stesso Demanio che, in cambio, si prenderebbe il palazzo storico di piazza del Plebiscito, la casa della Prefettura. «Il recupero del Cardeto è uno degli obiettivi principali che vogliamo perseguire - ribadisce Simonella -. E il Faro è un tassello fondamentale nella riqualificazione già avviata. Se non dovesse andare a buon fine la permuta, in ogni caso lo acquisteremo». Per farne cosa? «Un osservatorio per tutti, con vista a 360 gradi sulla città, anche con un punto di ristoro. È un patrimonio collettivo, l’importante ora è restituirlo alla città: sulla sua valorizzazione si ragionerà quando lo prenderemo in consegna». Non solo Faro. «C’è una partnership con Demanio e Ministero per rigenerare l’ex caserma Stamura e trasformarla con 15-20 milioni nella nuova sede dell’Archivio di Stato. Poi il sodalizio con la Politecnica per trasformare l’ex magazzino delle derrate in uno studentato». E ricorda «il percorso avviato con Progetto Sistema per una fattoria didattica e l’utilizzo della Polveriera con attività formative. Questo è recupero».

Il centrodestra

Recupero per che Silvetti, sfidante del centrodestra, deve andare in un’altra direzione, secondo «una strategia di valorizzazione del Cardeto integrato in un sistema turistico con l’accoppiamento al Parco del Conero». E allora, altro che ristorante al Faro, per il quale «questa amministrazione ha sottoscritto con il Demanio un accordo per il cambio d’uso dell’immobile come quello della vendita e commercio di alimenti e bevande e l’avvicinamento con automezzi». Piuttosto, per Silvetti il vecchio Faro «va considerato come un bene monumentale, già vincolato, attorno al quale costruire piccole attività di ristoro e intrattenimento all’interno di percorsi ed eventi che sappiano coniugare cultura, ambiente e turismo». Punta il dito contro «lo stato di perdurante abbandono che ne ha peggiorato le condizioni di conservazione, aumentandone i costi per un suo recupero». Critica Simonella per «le uscite che svolazzano a mezz’aria e sono avulse da un contesto normativo reali e privo di sostenibilità autentica». Accusa l’avversaria politica perché «puntualmente la manutenzione del Cardeto non è stata costante, le strutture hanno subito il degrado del tempo, lo sfalcio dell’erba è sempre più dilatato». Ma mette nel mirino anche l’ex caserma Stamura: «Trasformarla in Archivio di Stato non poterà alcun beneficio - avverte -. Potrebbe essere sfruttata dalle tante associazioni, non solo ambientaliste, parcellizzate su tutto il territorio». Cardeto spaccatutto, ça va sans dire.

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