Cardeto, inizia la rinascita. C’è la firma sul protocollo per l’ex caserma Stamura

Cardeto, inizia la rinascita. C’è la firma sul protocollo per l’ex Caserma Stamura
Cardeto, inizia la rinascita. C’è la firma sul protocollo per l’ex Caserma Stamura
di Stefano Rispoli
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Domenica 6 Novembre 2022, 07:25

ANCONA  - La firma c’è e segna l’inizio di un percorso lungo 4 anni che dovrà portare, da qui al 2026, al recupero di una fetta consistente del Cardeto. Altolà al degrado: finalmente il parco urbano più suggestivo del capoluogo potrà rinascere grazie al Protocollo d’intesa sottoscritto dall’Agenzia del Demanio e dal Comune di Ancona che prevede da un lato il trasloco dell’Archivio di Stato dall’attuale sede di via Maggini all’ex Caserma Stamura, dall’altro l’impegno a valorizzare e riqualificare anche gli altri 6 edifici che fanno parte del complesso dismesso, oltre al vecchio Faro che, si legge nell’atto di intesa, «è meta ambita da cittadini e turisti, insieme con il vicino punto panoramico che si apre sul Golfo e sulla Cattedrale di San Ciriaco». 

 
La rinascita
Il Protocollo - battaglia vinta dal Corriere Adriatico che da anni denuncia lo stato d’abbandono del Cardeto - rappresenta l’inizio della resurrezione di un parco urbano che si estende per 35 ettari a picco sul mare, «è sede di numerosi edifici di proprietà dello Stato - evidenzia il documento - e presenta un notevole valore dal punto di vista storico, culturale, ambientale e paesaggistico», dunque meritevole di essere rilanciato «attraverso un complessivo piano di interventi di rigenerazione, riqualificazione e riuso».

Motore e fulcro della rinascita sarà l’ex Caserma Stamura, già convento dei Cappuccini, sede della Centrale di avvistamento e allarme durante la Seconda guerra mondiale. Grazie a questa collaborazione istituzionale, il rudere passerà dall’Agenzia del Demanio al Ministero della Cultura che si impegnerà a reperire i finanziamenti statali - stimati tra i 10 e i 15 milioni di euro - necessari per dare una nuova vita alla vecchia caserma e così risparmierà 328.928 euro di affitti. Il progetto dovrà essere orientato alla sostenibilità ambientale, alla massima qualità funzionale, tecnica e architettonica, con consumi energetici e costi di manutenzione ridotti. Si farà ricorso a modalità, materiali e tecnologie off-site che permettano di ridurre i tempi di cantiere e realizzare immobili “green”. 


Le opere
Il Protocollo prevede la realizzazione di un parcheggio interrato e di un più efficace sistema di accessibilità, anche pedonale, al parco. La nuova sede dell’Archivio di Stato, su una superficie di 4.580 mq, dovrà generare un effetto-domino, favorendo la riqualificazione degli altri 6 stabili abbandonati nel complesso dell’ex caserma, per i quali le parti si sono impegnate a stringere una collaborazione - e dunque a reperire opportuni fondi - per attivare servizi aggiuntivi come una biblioteca multimediale da 235 mq, un caffè letterario con terrazza panoramica, un servizio di bike sharing e spazi dedicati alle associazioni culturali e alla didattica dell’Università. Comune e Agenzia del Demanio hanno suggellato anche «l’opportunità e la necessità di raggiungere significativi obiettivi di valorizzazione del vecchio Faro».

Tutti sperano che sia la volta buona: fin qui è andato a vuoto ogni tentativo di dare un futuro al simbolo del parco, che qualcuno voleva trasformare in ristorante gourmet. Il cronoprogramma dell’intesa, che ha durata di 5 anni ma potrà essere prorogata, pone il traguardo finale nel dicembre 2026: dopo la fase di progettazione che richiederà 2 anni, i lavori dovrebbero cominciare nel 2025. Il prossimo step sarà la convocazione, entro fine mese, di un tavolo tecnico per tracciare la road map del futuro. 

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