ANCONA - Aggressioni, risse, episodi di autolesionismo. Cresce a dismisura la tensione all’interno del carcere di Montacuto, dove domenica è scoppiata l’ennesima zuffa tra detenuti e lunedì ne è esplosa un’altra, nella quale è rimasto ferito un agente della polizia penitenziaria, costretto a ricorrere alle cure del pronto soccorso per un colpo ricevuto al ginocchio.
Il tutto a distanza di pochi giorni dal mercoledì nero (22 settembre) in cui sono stati soccorsi sei detenuti protagonisti di risse, danneggiamenti, gesti dimostrativi di autolesionismo o tentativi di suicidio. «Si tratta per lo più di ristretti con problemi psichiatrici che non vengono ancora trasferiti o per i quali non si prende in considerazione l’assistenza in strutture idonee - spiega Francesco Patruno, coordinatore regionale della polizia penitenziaria Fp Cgil Marche -. Purtroppo c’è scarsa attenzione da parte dell’amministrazione centrale della Penitenziaria nei riguardi della polizia penitenziaria e degli operatori che sono carichi di lavoro e arrivano a coprire turni massacranti fino a 12-13 ore per via della carenza d’organico. A Montacuto, in particolare, viviamo una situazione gravissima, inimmaginabile». A questo proposito, oggi le sigle sindacali saranno ricevute in Regione dal presidente del Consiglio regionale, Dino Latini, per affrontare i problemi nelle carceri marchigiane.
«Gli episodi di tensione crescente tra detenuti sono all’ordine del giorno: il sistema è tutto da rifondare e Montacuto non sfugge a questa regole», sostiene Nicandro Silvestri, segretario regionale del Sappe che proprio ieri, «alla luce dei fatti di questi giorni e considerata la situazione fallimentare nella gestione delle carceri» ha deciso «di interrompere tutte le trattative nazionali, regionali e locali.