Ancona, carburante alle stelle. L’incubo dei pescatori: «Ogni mese in perdita»

Carburante alle stelle l’incubo dei pescatori: «Ogni mese in perdita»
Carburante alle stelle l’incubo dei pescatori: «Ogni mese in perdita»
di Federica Serfilippi
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Venerdì 13 Gennaio 2023, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 07:29

ANCONA Il comparto della pesca stremato da dieci mesi e con una voce che pesa più di tutte: quella del caro carburante. Il salasso è servito al porto di Ancona, dove 51 pescherecci tirano avanti per inerzia dalla primavera del 2022, quando il gasolio aveva toccato punte di 1.20 euro al litro e s’era scatenata al porto dorico la protesta delle marinerie. Ad oggi, il carburante si paga in media 0,90 centesimi al litro. Un costo ancora troppo elevato, considerando che nel 2021 il gasolio riempiva i pescherecci per 0,40 centesimi al litro. In un anno, il prezzo è prima triplicato, poi (magra consolazione) è raddoppiato. 


Zero ricavi

«In questi mesi - dice Enrico Bigoni, presidente della Cooperativa pescatori di Ancona - abbiamo dovuto tirare fuori tutto quello che avevamo messo da parte per riuscire ad andare avanti.

Le attività sono andate in perdita, l’utile è zero e si va sotto di 2-3mila euro al mese. Lavoriamo solo per sostenere le famiglie che abbiamo a bordo dei pescherecci. Personalmente sono arrivato al limite, è una sofferenza continua. Se il prezzo del gasolio scende, bene, si può anche andare avanti». Ma se invece il salasso persiste? «Toccherà chiudere. Certo, rispetto ad alcuni mesi fa - continua Bigoni - la situazione è leggermente migliorata dal punto di vista del costo del carburante, il fatto è che ci hanno spremuto come dei limoni fino ad ora. E per fortuna che il pesce c’è, se non dovesse più esserci siamo finiti. Spero si possa tornare al prezzo di prima, se non 0,40 centesimi, almeno 0,60. Se continuano a far pagare le accise ai pescherecci siamo finiti. Oggi, per uscire in mare, servono 2mila euro di carburante, sono stati anche toccati i 2.300 euro». Cifre record che hanno spinto alcuni pescatori a ridurre il lavoro: uscire 2 o 3 volte la settimana, anziché le 4 consentite.

Le difficoltà

«La situazione è molto pesante, tanto che alcuni stanno pensando di ridurre e giornate di pesca - afferma il responsabile agroalimentare e pesca della LegaCoop Marche, Simone Cecchettini -. Su un motopeschereccio le voci di costo maggiori sono due: il personale e il carburante. Se questo aumenta, ecco che si va a toccare i ricavi delle imprese. Per fortuna il mercato sta tenendo, e di pesce ce ne è in mare. Ma andiamo verso mesi complicati: il periodo natalizio, dove c’è più necessità di prodotto, è terminato e da aprile in poi comincerà a diminuire il pescato. Meno vendite, vuol dire meno incassi. Cosa chiediamo? Che il credito di imposta sul carburante (20 centesimi da detrarre, ndr) si protragga per tutto il 2023 e non solo per il primo trimestre e che lo Stato o la Regione ci aiuti con delle misure ad hoc di sostegno. Servirebbero almeno 500mila euro per aiutare sia la pesca a strascico che volante. Senza queste due misure, non è detto che non ci siano manifestazioni di protesta. Il settore verso il collasso? Il rischio c’è». Più fiducioso invece Apollinare Lazzari, presidente dell’Associazione Produttori Pesca: «Si va avanti, per fortuna lavoriamo perché in questi mesi il mare è ricco di pesce. Questo ci dà un po’ di respiro. Il carburante è meno costoso rispetto ai mesi scorsi, ma è comunque caro. Purtroppo dallo Stato non si sono visti aiuti, quindi ci siamo dovuti rimboccare le maniche da soli. E dalla Regione è arrivato solo un indennizzo». Si tratta di un contributo a fondo perduto sbloccato a settembre 2022 del valore di 300mila euro. I soldi erano destinati a supportare la pesca a strascico. Ancora Lazzari: «Stiamo tirando avanti, pescando tre giorni invece di quattro, perché non conviene». 

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