ANCONA - Paga la caparra per ottenere in affitto un capannone agricolo, ma non ne entra mai in possesso. Reclama più volte le chiavi della struttura alla coppia con cui aveva stretto l’accordo, ma per tutta risposta viene minacciato di morte. È la storia di una 26enne di origine pakistana che per ottenere l’utilizzo di un capanno e di un appezzamento di terra nella campagne anconetane si era rivolto all’inizio del mese a un 51enne algerino e a un 59enne anconetano, entrambi con precedenti di polizia.
Tutti e due, al termine dell’attività investigativa condotta dai carabinieri della stazione di via Piave, sono stati denunciati per truffa, appropriazione indebita, minacce e danneggiamenti. Nel quartetto di reati non compare come persona offesa solo il 26enne pakistano, ma anche un suo connazionale.
Quest’ultimo, titolare del fast food dove l’aspirante affittuario lavorava, si era intromesso nell’affare per cercare di aiutare il 26enne e mediare la situazione truffaldina. In compenso, anche lui sarebbe stato minacciato dalla coppia. In più, avrebbe subito danneggiamenti alle fioriere esterne all’attività commerciale che dirige in zona stazione. Un monito per stare alla larga da affari che non lo riguardavano.
Era l’inizio di gennaio quando il 26enne ha preso contatti con i denunciati, manifestando loro l’intenzione di avviare una piccola avventura imprenditoriale nel mondo dell’agricoltura.