Il pallone del "Paolinelli" apre agli over 80 al ritmo di 45 vaccini all’ora: ecco come sarà organizzato il servizio

Il campo sportivo Paolinelli apre agli over 80 al ritmo di 45 vaccini all’ora: ecco come sarà organizzato il servizio
Il campo sportivo Paolinelli apre agli over 80 al ritmo di 45 vaccini all’ora: ecco come sarà organizzato il servizio
di Maria Cristina Benedetti
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Sabato 20 Febbraio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 10:08

ANCONA  - Dieci postazioni, una tensostruttura e 14mila prenotazioni. Il giorno del vaccino, per gli oltre 25mila over 80 della provincia di Ancona, taglia il nastro stamattina. Alle otto in punto, sotto il pallone che ripara il campo sportivo Paolinelli di via Schiavoni, accanto alla sede della Figc. Gli ultimi tavoli e sedie sono arrivati ieri, sul filo di lana.

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La posa della fibra ottica, per il collegamento Internet, ha sfruttato i tempi supplementari. Come Stefano Foresi: «Mi perdoni, sono in giunta. Sì, fino al 13 marzo i posti a disposizione sono quasi tutti presi». L’assessore a Protezione civile e Sicurezza sfronda. E riordina il già detto: quelle dosi anti-Covid verranno somministrate al ritmo di 45 all’ora, 480 al giorno, dalle 8 alle 20.

Passeranno poi a 720, quando i richiami, perché il preparato Pfizer-Biontech prevede due passaggi, si sommeranno alle prime iniezioni ancora da fare. Per allora si sta valutando il ritorno al Palaindoor, ad aprile, dove s’era già svolto lo screening di massa, o il trasferimento nel vicino stadio della palla ovale “Nelson Mandela”.


Lo scatto supera le aspettative, vista l’adesione che dovrebbe andare oltre il 70% del target. Correggere il tiro in corsa diventa un obbligo: la campagna di profilassi, per Ancona e gli altri 15 comuni del Distretto 7 dell’Area vasta 2, viene prolungata fino al 20 aprile. Fuori dal Paolinelli, intanto, si sistemano 150 sedie, all’ingresso e all’uscita, per accogliere gli anziani al loro arrivo, dopo il controllo della temperatura, e per farli riposare dopo l’iniezione. «Ci saranno percorsi separati, distinti con transenne di legno, paletti e catenelle». Foresi, con i dirigenti di Asur e Protezione civile, non perde una battuta. Mentre Emma Capogrossi indica la logica della scelta. «I vaccini arrivano scortati, per conservarli c’è bisogno dei frigoriferi e per garantire la sicurezza c’è il carrello dell’emergenza. Concentrare tutto in una tensostruttura ha senso. S’immagina se tutta questa organizzazione fosse stata frastagliata?». Cuore e consuetudine, l’assessore ai Servizi sociali non si tira indietro: «Noi siamo a disposizione. Il numero di pronto intervento sociale attivato durante il lockdown è sempre valido. Chi ha necessità può chiamare». Una mano tesa che, tuttavia, non va a sovrapporsi alle indicazione dell’Asur, che prevede, per gli over 80 che non hanno la possibilità di raggiungere i punti di vaccinazione, un secondo slot nel sito di prenotazioni già operativo e un numero verde, sempre in collaborazione con Poste italiane. «Si dovrebbe partire da lunedì. Aspettiamo comunicazioni ufficiali» per la Capogrossi, le fragilità hanno la precedenza.


Tempi più dilatati e l’amarezza di non essere stati ancora coinvolti nella missione over 80. «Non usare i medici di famiglia è come buttare alle ortiche una preziosa risorsa». Massimo Magi, che sotto la bandiera della Fimmg dà loro voce, spariglia: «Secondo lei, offrono più garanzie i nostri 1.200 ambulatori, sparsi nella regione, o 14 punti vaccinali nei quali accentrare tutto e tutti?». Non aspetta risposte, ma rilancia: «L’accompagnatore di un 90enne, che da Castelfidardo va ad Ancona a vaccinarsi, deve prendersi una giornata di permesso dal lavoro. Da noi con un’ora al massimo risolverebbe la questione». Smonta anche la tempistica. «Inutile, poi, rincorrere le previsioni. Tutto dipende da quanti vaccini arriveranno». La prova del nove: «La Regione parla solo di prenotazioni, non è un caso». Ma alla fine ci spera: «Sono convinto che prevarrà l’intelligenza». Come dire: dentro i medici di famiglia.


Dieci postazioni, una tensostruttura e 14mila prenotazioni. E via. Anche Lilliana Rovaldi, comandante della municipale, ci sta: «Saremo di supporto, un supporto esterno. Saremo lì con una pattuglia per offrire il nostro sostegno nel caso ci sia una congestione di veicoli. Poi garantiremo sopralluoghi frequenti. Sempre pronti a intervenire, nel caso ce ne sia la necessità». Ci tiene a dire, a mettere in chiaro: «Ci saremo per offrire il nostro aiuto, non certo per sanzionare». E nel giorno del vaccino scatta la mobilitazione di massa per poter riaprire dall’8 febbraio le scuole, chiuse per ordinanza dei sindaci, a Sassoferrato e Genga. Alunni, docenti e personale dell’Istituto Comprensivo Sassoferrato-Genga oggi sono chiamati al Palazzetto dello Sport per sottoporsi a un tampone antigenico rapido. Perché la guerra al Covid non ha frontiere generazionali. E mai ce le avrà.

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