Sotto assedio per un'intervista: Pieroni porta in tribunale "Le Iene" per diffamazione e violenza privata

Ancona, sotto assedio per un'intervista: Pieroni porta in tribunale "Le Iene"
Ancona, sotto assedio per un'intervista: Pieroni porta in tribunale "Le Iene"
di Stefano Rispoli
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Mercoledì 9 Settembre 2020, 11:41

ANCONA - «L’uomo che sta affondando il Riccione Calcio». S’intitolava così il servizio delle Iene, seguitissima trasmissione di Italia 1, andato in onda nel febbraio 2014. Tredici minuti dedicati ad Ermanno Pieroni, ex patron dell’Ancona ai tempi della serie A e oggi consulente esterno di Stefano Marconi, presidente dell’Anconitana in Eccellenza. Si parlava della crisi del Riccione, all’epoca in D, sprofondato sotto una mole di debiti: Pieroni veniva dipinto come un’eminenza grigia artefice del crac del club romagnolo.

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A distanza di 6 anni dall’esposto presentato in Procura dal manager jesino, assistito dallo studio Scaloni, il gup di Ascoli Rita De Angelis su richiesta del pm Mara Flaiani, ha fissato l’udienza preliminare per il 16 febbraio 2021, quando si deciderà se rinviare a giudizio il giornalista Pablo Trincia, che firmò il servizio, per una duplice ipotesi di reato: violenza privata e diffamazione. 
 
La prima perché, secondo il pm, avrebbe costretto Pieroni a rilasciare un’intervista, mentre si trovava ad Ascoli, con modi violenti e minacciosi, impedendogli di salire in auto, trattenendo lo sportello del lato guida e ponendosi al suo all’inseguimento. Ma il manager, che all’eventuale processo si costituirà parte civile, si sente anche diffamato da alcune affermazioni che ritiene false. «Non sono mai stato radiato dalla Figc e soprattutto non sono mai stato un tesserato del Riccione, né ho mai ricevuto denaro dai calciatori per farli giocare - puntualizza Pieroni -. Sicuramente qualcuno aveva interesse a denigrare il mio operato, ma ho sempre ribadito la mia estraneità alle vicende del Riccione e infatti la Procura federale, che aprì un fascicolo dopo quella puntata, mi ha scagionato completamente. La verità è che mi ero solo premurato di segnalare all’allora amministratore della società alcuni giovani: d’altronde, dopo 40 anni di calcio, chi non chiede un parere al sottoscritto?».
La controparte respinge ogni accusa. «Dimostreremo nel corso dell’eventuale processo l’infondatezza delle contestazioni e l’assoluta correttezza nella realizzazione del servizio» dice l’avvocato Stefano Toniolo del foro di Milano, che assiste il giornalista delle Iene. Con lui rischia il processo anche un delegato al controllo di Rti per la presunta omissione di vigilanza sul servizio andato in onda nel 2014. Ma al di là del suo contenuto, per il quale «ho subito un’ignominia assurda e ho pagato un prezzo salato perché ancora oggi circola sul web» dice Pieroni, c’è l’aggressione che il 75enne sostiene di aver subito.
Microfono puntato
«Mi sono trovato puntato un microfono addosso, senza la mia volontà, e sono stato vittima di un inseguimento stradale che ha messo a rischio la mia incolumità - spiega -.

E’ un’esperienza che mi ha scosso anche dal punto di vista psicofisico. Ora mi chiedo: è normale tutto questo? Ho appreso con soddisfazione che il tribunale abbia preso in esame la mia istanza quando denunciai il fatto: sono fiducioso che la giustizia mi darà ragione».

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