Il bullo rom si pente, ma è fuori tempo massimo: condannato a 2 anni per le estorsioni a ragazzini con handicap

Controlli delle forze dell'ordine in centro
Controlli delle forze dell'ordine in centro
di Federica Serfilippi
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 16 Febbraio 2022, 08:00

ANCONA - Due anni, venti giorni di reclusione e il pagamento di una multa del valore di 1.200 euro. È questa la condanna inflitta ieri dal giudice minorile al 18enne di origine rom arrestato nell’ottobre del 2020 dalla Squadra Mobile, assieme ad altri ragazzi, con l’accusa di aver tartassato un gruppetto di giovani, alcuni dei quali gravati da deficit cognitivi, tra percosse, minacce e richieste di denaro. 

 
Due le accuse: estorsione e stalking.

Si è arrivati al processo dopo la revoca della messa alla prova. Al 18enne, difeso dall’avvocato Michele Carluccio, il tribunale di via Cavorchie aveva infatti concesso un percorso di 18 mesi da passare in comunità per portare avanti attività rieducative. L’annullamento della misura alternativa alla definizione del procedimento era sta stata chiesta dalla procura dopo la notizia dell’allontanamento non autorizzato del 18enne dalla comunità (si trova in Emilia Romagna) e la ripetuta positività ai test tossicologici. Ieri, la condanna arrivata in abbreviato. La sospensione condizionale della pena è stata subordinata all’esecuzione di un percorso riabilitativo che dovranno predisporre i Servizi sociali. Dovrà durare almeno sei mesi.

Il 18enne ha anche inviato alle famiglie delle vittime (ragazzi minori all’epoca dei fatti e rappresentati dagli avvocati Laura Versace ed Arianna Benni) una lettera di scuse, assieme a una cifra risarcitoria, ottenuta dal nuovo lavoro intrapreso in un fast food al di fuori delle Marche. Stando alle accuse, con la complicità di altri, l’imputato avrebbe intimorito per almeno 17 volte un 16enne con problemi cognitivi, chiedendogli soldi: da un minimo di un euro a un massimo di 10. Il tutto, dice la procura, sotto costante minaccia: «Ti spacco la faccia», «Ti tiro un pugno che ti rientrano naso e denti». Inoltre, il 18enne avrebbe spalleggiato dei complici per perseguitare sia il 16enne sia un ragazzo che ha ormai compiuto la maggiore età. Ci sarebbero state percosse, minacce con il gesto del taglio della gola e la pronuncia di frasi intimidatorie. Alcuni episodi si sarebbero verificati in varie aree pubbliche della città, altri al di fuori della scuola Podesti Calzecchi Onesti di Passo Varano. 


Del gruppetto di arrestati nell’ottobre del 2020, in due stanno affrontando un percorso di messa alla prova in comunità: chi di 18 mesi, chi di 27. Un quarto finito in manette, sempre per le accuse di estorsione e stalking, è stato condannato in abbreviato lo scorso dicembre a due anni e otto mesi di reclusione. Anche in questo caso, la condanna è arrivata dopo la revoca della messa alla prova ottenuta dalla procura. Il ragazzo che sta affrontando la Map di 27 mesi (un 20enne di origine rom) ha pendente un altro procedimento, la cui udienza preliminare è fissata per il 22 marzo al Tribunale dei Minori: deve rispondere di minacce e violenza privata. Il fascicolo nasce da una costola dell’inchiesta che due anni e mezzo fa l’aveva portato in manette. Oltre a lui, ci sono altri sei indagati a vario titolo, tutti ragazzi di età compresa tra i 17 e i 20 anni. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA