Il vicesindaco Sediari: «Contro i bulli il buonismo non paga. In centro schierati anche i vigili»

Il vicesindaco Sediari: «Contro i bulli il buonismo non paga. In centro schierati anche i vigili»
Il vicesindaco Sediari: «Contro i bulli il buonismo non paga. In centro schierati anche i vigili»
di Maria Cristina Benedetti
4 Minuti di Lettura
Martedì 7 Settembre 2021, 10:02

ANCONA - Come occhi incapaci di vedere. Per Pierpaolo Sediari tutto è perfettibile, ma non accetta chi non vuol cogliere la rivoluzione di vie e facciate che agita Ancona. Non ci sta il vicesindaco, assessore a Urbanistica, Commercio e Patrimonio. Mette in fila le coordinate del nuovo che sarà: «Archi, via XXIX Settembre, fino ad allungarci in via della Loggia. Vedrete...».

  
Mi perdoni, siamo sul pianeta “Bando periferie, futuro in corso”. È lo slogan che, a caratteri cubitali, corre lungo il restauro delle volte del Rio’ de j Archi. Ma i nodi del centro? A partire dalla piaga dei baby bulli? 
«Massima attenzione.

L’assessore Stefano Foresi, che è addetto per il Comune alla sicurezza, ha già avuto diversi incontri con questura e prefettura». 

Morale? 
«L’emergenza riguarda le forze dell’ordine, ma non mancherà il sostegno della municipale. Dovrà essere un impegno di squadra dove ognuno, con le proprie competenze, sarà chiamato a dare un contributo. A partire dal principio espresso dalla sindaca Valeria Mancinelli».

Lo ricordi.
«Si deve sapere il limite che non dev’essere superato, oltre il quale devono scattare le sanzioni». 

Devono.
«Lo sottoscrivo. I ragazzi sono abituati a essere esagerati, un’attitudine che non può degenerare nella delinquenza. Il buonismo non paga. Ho due figli e quattro nipoti, a casa si affronta spesso l’argomento».

Un’urgenza inaspettata? 
«Non mi rende felice ammetterlo: quello dei teppisti minorenni è un fenomeno che accomuna molte città. Il periodo difficile dell’emergenza sanitaria e la minore disponibilità al dialogo non hanno aiutato a contenerlo. Questa è l’analisi, accanto alla quale devono esserci i punti fermi: la consapevolezza del limite che non deve essere superato e la certezza che il buonismo non paga». 

Bulli e arredi fatiscenti. Gli operatori del centro, alle prese con una ripartenza in salita, lamentano disattenzione. La sua contromossa? 
«Non è solo un problema di fioriere arrugginite. Il decoro è sacrosanto, però credo che il ragionamento sia da estendere alla dimensione più ampia dell’accoglienza».

La estenda.
«Ripeto: tutto si può migliorare. E per farlo ritengo che si debba agire in concorrenza: amministrazione comunale, commerciati, organizzazioni di categoria. Non sono alla ricerca di alibi, ma di un concorso di idee. Perché l’attrattività del centro non può dipendere da qualche fiera saltuaria, né reputo che il Comune possa sfornare eventi. E poi, mi permetta, di ri-pensare Ancona».

Prego.
«La città è anche il suo porto, il Passetto, il passeggio e i negozi di corso Amendola. È un centro dilatato, che si apre da mare a mare. La morfologia di un luogo ne determina le sue consuetudini».

Un esempio? 
«Quando nelle giornate più afose andava per la maggiore il tormentone del corso desolato, gli anconetani, e i turisti, c’erano. Affollavano il Passetto e Palombina, che è l’altra spiaggia dorica». 

Ma niente lungomare.
«Ci stiamo lavorando. Quando saranno terminate le opere di sistemazione di via XXIX Settembre il capoluogo avrà la sua balaustra sull’Adriatico, una visione prospettica degna di questo nome». 

Passiamo alla prova-parcheggi. C’è chi propone di risolverne la mancanza cronica sfruttando i palazzi vuoti. Concorda? 
«Guardi che il Savoia è della Provincia. Sullo spazio dell’ex caserma San Martino stiamo intervenendo, il Traiano e gli Archi funzionano, così come l’area-sosta ricavata all’ex Umberto I. Poi ci sono gli stalli. Se la pretesa è quella di arrivare dentro il negozio con l’auto, allora dico no». 

Si promuove a pieni voti? 
«Non ne faccio una questione di punteggio. Ribadisco: tutto è migliorabile, ma non accetto chi non vuol vedere la rivoluzione urbanistica che agita Ancona». 
Torna a ripetere, tra sé e sé, Archi, via XXIX Settembre, si allunga fino in via della Loggia. E sussurra ancora: «Vedrete».

© RIPRODUZIONE RISERVATA