Bulli choc fuori dal fast food: «Dammi una sigaretta». E scattano in quattro contro uno tentando di strozzarlo

Bulli choc fuori dal fast food: «Dammi una sigaretta» e scattano in quattro contro uno tentando di strozzarlo
Bulli choc fuori dal fast food: «Dammi una sigaretta» e scattano in quattro contro uno tentando di strozzarlo
di Stefano Rispoli
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Domenica 16 Gennaio 2022, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 17 Gennaio, 09:19

ANCONA - Era già passata la mezzanotte, la cucina ormai era chiusa. È uscito fuori per fumare una sigaretta quando quattro giovani, carnagione scura, si sono avvicinati. «Ehi, vogliamo mangiare». Lui ha risposto che non si poteva, era troppo tardi. Allora gli hanno chiesto una sigaretta. «Mi spiace, le ho finite». Risposta sbagliata. I bulli l’hanno accerchiato, uno di loro si è avvicinato e gli ha messo le mani al collo, stringendo così forte da togliergli quasi il fiato.

In quel momento qualcuno è uscito dal locale, altrimenti chissà come sarebbe andata a finire.

Gli spacconi sono scappati, lasciando a terra il giovane, sotto choc, ansimante. 

La paura 

L’aggressione da brividi è avvenuta nella tarda serata di venerdì all’esterno di un fast food di Torrette in cui lavora la vittima, un ragazzo di 24 anni. Subito è stato soccorso dai colleghi. Ormai il suo turno era finito, così, dopo essersi ripreso, è corso in macchina per tornare a casa. Durante il tragitto, poiché faticava a respirare e la gola gli faceva molto male, ha deciso di fare tappa al Pronto soccorso di Jesi, dove è stato sottoposto ad una radiografia. Qualche ora dopo è stato dimesso, per fortuna senza conseguenze particolari. Superato lo choc, ieri il ragazzo ha deciso di sporgere denuncia ai carabinieri che ora hanno avviato le indagini. Hanno raccolto una descrizione sommaria degli aggressori - si tratterebbe di quattro giovani anconetani, ma d’origine africana - e acquisiranno le immagini del fast food e delle altre attività della zona per dare un nome e un volto a chi ha messo le mani addosso al 24enne, fin quasi a strozzarlo. 

La gang 

Il sospetto è che possa trattarsi di giovani del posto, forse gli stessi boss di una baby gang che da tempo imperversa a Torrette. I segni della devastazione sono sul palazzo viola, il centro commerciale del quartiere da cui la gente, la sera, si tiene alla larga. L’ultima bravata? Hanno abbattuto a mattonate il vetro antisfondamento di un ex ambulatorio. Così, per gioco. «Quando bevono e si drogano, qui ne succedono di tutti i colori - racconta Fabrizio Moretti del ristorante Sessanta126 -. Hanno spaccato tutto, si divertono a sputare e lanciare bottiglie e sassate dai piani superiori verso le auto e i passanti. Hanno danneggiato gli ombrelloni del nostro locale e gli arredi dell’asilo. Questa è una piccola Scampia. Sono due fazioni, ci sono alcuni maggiorenni, ma molti sono minorenni, tutti del posto». E infatti rivendicano la loro appartenenza al quartiere con i graffiti sulle pareti: “Young Turris Stars”, “Torrettani anconetani” e via dicendo. La sera arriva una guardia giurata a chiudere i cancelli, ma loro si nascondono e poi si radunano nell’anfiteatro dell’orrore, con vista sull’ospedale: qui circola di tutto, droga compresa, a detta dei commercianti. «Più volte li ho dovuti allontanare perché lanciavano mattoni o ascoltavano la musica a tutto volume - racconta Pompilio Caccese del Bar Mito -. Hanno tra i 14 e i 16 anni, sono incontenibili. C’è da stare attenti a come ti rivolgi a loro perché nel branco si sentono forti. D’altronde, qui siamo abbandonati a noi stessi: la piazzetta è un deserto, è meglio riportarla a com’era prima, un parcheggio». I vandali sono arrivati anche qui: hanno devastato panchine e cestini dell’immondizia e ricoperto di scritte il porticato. Ma è nel palazzo viola che hanno dato il peggio di sé, tra danni e murales anche contro la polizia. «È una cosa spaventosa - commenta Enrico Spina della pescheria “Il cavalluccio marino” -. La presenza di questi ragazzini allontana i clienti, la sera qui la gente non viene perché ha paura. L’amministratore di condominio non interviene, il Comune si disinteressa. Eppure basterebbe mettere delle telecamere per tenere alla larga i bulli e riconoscere chi ha imbrattato ogni parete». 

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