ANCONA - «Ne faccia tante di foto, è uno schifo!», grida al cronista un ragazzo in scooter, impegnato in un difficoltoso slalom tra maxi buche in via Vecchini. E pensare che qui il Comune era intervenuto appena due anni fa per piallare l’asfalto che, anche a causa del continuo passaggio di auto e mezzi pesanti, sta già cedendo. È normale?
Se lo chiedono gli anconetani, esausti di una città-groviera. Per riparare le strade la giunta Mancinelli ha investito più di 20 milioni di euro in un lustro. Altri due milioni e mezzo sono stati impiegati per il piano delle opere 2021 già approvato per rifare il look a strade gravemente dissestate, come alcuni tratti dell’asse nord-sud, via della Montagnola, Monte Dago, via Caduti del Lavoro, via San Martino e nel quartiere di Monte Dago, senza trascurare le frazioni. Ma le spese non bastano mai: rattoppi le buche da una parte, ne spuntano di nuove dall’altra. È un continuo.
Il problema è che ci sono strade di serie A, di serie B e pure di serie C. Le prime sono state rifatte più volte, in virtù della loro importanza strategica. Le seconde ogni tot di anni beneficiano di un restyling. Ma quelle di terza fascia sono finite nel dimenticatoio. Esempi concreti? Basta fare un giro alla Baraccola - occhio a schiena e sospensioni, però - per rendersene conto. Via Scataglini è degna di un rally: non il migliore biglietto da visita per chi va a fare shopping al centro commerciale Conero o per le migliaia di persone che, fino alla settimana scorsa, si sono vaccinate all’hub del centro sportivo Paolinelli, ora sostituito dal Palarossini. Le strade della zona industriale sono da brividi: da via Primo Maggio a via Albertini, passando per via Filonzi, davanti al multisala. E non parliamo di piccole viuzze, ma delle principali arterie d’accesso da sud al capoluogo. E la Strada Vecchia del Pinocchio? Occhio quando ci passate: qui il Comune ha rifatto solo una corsia, che si è rapidamente deteriorata. L’altra è un incubo di buche e avvallamenti. Non che in centro vada meglio, anzi.
Attorno al Viale (il cui restyling, dopo anni di degrado assoluto, ha retto bene) si apre un mondo di solchi, come sulla discesa di via Piave o sulla salita di via Isonzo, dove non bastavano le voragini: sono in corso lavori di riparazione di una tubatura, per cui si è reso necessario trivellare in profondità un tratto di asfalto di circa 5 metri.
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