Ancona, bollette mai pagate: condannato
a risarcire ex amministratore di condominio

Ancona, bollette mai pagate: condannato a risarcire ex amministratore di condominio
di Federica Serfilippi
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Mercoledì 17 Luglio 2019, 06:55

ANCONA - Un anno e sei mesi di reclusione, pena sospesa. È questa la pena inflitta ieri mattina dal giudice Carlo Masini a Rolando Talevi, 80enne amministratore di condominio finito a giudizio con l’accusa di appropriazione indebita per aver sottratto parte dei soldi destinati a pagare le utenze dei palazzi che gestiva, tra il 2010 e il 2012. Complessivamente dovrà sborsare 45mila euro di provvisionale agli inquilini che si sono costituiti parte civile al processo e che, secondo le cifre contestate dalla procura, avevano subito ammanchi per un totale di circa 110 mila euro.

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Secondo quanto stabilito dal giudice 30mila andranno a due immobili siti in via Fiorini e via Pergolesi, rappresentati dall’avvocato Tommaso Rossi. I restanti 15mila ai condomini di via Croce, via Pavese e via Colleverde, tutelati dall’avvocato Riccardo Regni.
 
Come parte civile, attraverso il legale Luigi Remia, c’erano anche tre inquilini dimoranti in uno stabile di via Lambro, a Torrette. In questo caso, però, l’appropriazione indebita era riferita alla presunta sottrazione della documentazione contabile riferita al condominio. Nel capo d’imputazione, inizialmente, erano contestati ammanchi per un valore di circa 200 mila euro ed erano stati conteggiati ulteriori condomini, sparsi tra Ancona e Falconara. Sono stati estromessi dal procedimento poiché non hanno presentato querela, indispensabile per contestare l’appropriazione indebita. Il caso, all’inizio del dibattimento, era anche finito alla trasmissione “Mi Manda Raitre” condotta tra Salvo Sottile. Le telecamere avevano intervistato un manipolo di inquilini truffati. Tra questi, era stato ripreso l’ex sindaco di Ancona Fiorello Gramillano. Durante il processo c’è stata anche una perizia psichiatrica sull’imputato, difeso dall’avvocato Francesco Conti. Era emerso come l’anziano, nonostante la veneranda età, fosse capace di intendere e di volere e anche di capire gli atti di giudizio. La difesa ha sempre rigettato le accuse, sostenendo la mancanza di prove per far sussistere il reato di appropriazione indebita, tra l’altro prossimo alla prescrizione. 

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