ANCONA - Sono passati sette mesi da quando il nemico degli animali è stato denunciato. A scovarlo, nel marzo scorso, la polizia locale: il pensionato di 85 anni era stato colto in flagrante, mentre disseminava pezzetti di wurstel farciti con viti e chiodi nei giardinetti e sui marciapiedi di via Crocioni, dopo essere stato sorpreso da un carabiniere residente in zona. Sembrava la fine di un incubo.
Invece, dopo una fase iniziale di calma apparente, l’allarme è ripreso a suonare e nelle ultime settimane la situazione si è ulteriormente aggravata. Le segnalazioni si sono susseguite senza soluzione di continuità. Il problema più grosso è che il raggio d’azione si è esteso. Esche letali sono state trovate in vari punti della città, da Tavernelle al Verbena, dal centro al Pinocchio, fino a Torrette. Purtroppo alcuni cani sono caduti nella trappola: la corsa dal veterinario li ha salvati. Ma l’emergenza non si placa.
Chi ci sia dietro questa scia di attentati agli animali ancora non è chiaro. Restano i sospetti - tutti da verificare - sul pensionato già denunciato a marzo, ma non va sottovalutato il fenomeno dell’emulazione che spiegherebbe come mai i bocconi ripieni di chiodi e viti di metallo siano stati ritrovati contemporaneamente in diversi quartieri del capoluogo. Le indagini sono riprese da parte della Polizia locale. Gli 007 del Comando di via dell’Industria hanno provveduto a sequestrare numerosi bocconi potenzialmente letali, hanno eseguito appostamenti nei punti più critici e hanno passato al setaccio i filmati ripresi dalle telecamere di videosorveglianza, nella speranza di risalire all’autore o agli autori di questi gesti odiosi e sconsiderati. Presto potrebbero scattare nuove denunce o misure di prevenzione a carico dei responsabili. Nel frattempo, in centro sono stati affissi dei cartelli per segnalare il pericolo e la presenza non solo dei bocconi-killer, ma anche di pezzetti di pane che, secondo i segnalanti, sarebbero imbevuti di veleno.
La pauraInsomma, è in corso un vero e proprio attacco agli animali, soprattutto ai cani, i più esposti al rischio di ingerire le esche mortali.
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