Bidella cade in una buca e si rompe un braccio. Il comitato insorge: «Quartiere nel degrado, puliamo i muri da soli»

I muri imbrattati in largo Staffette Partigiane
I muri imbrattati in largo Staffette Partigiane
di Michele Rocchetti
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Mercoledì 30 Novembre 2022, 05:00

ANCONA - Cade in una buca e si rompe un braccio. La disavventura è successa ad una collaboratrice scolastica della materna Sabin che, dopo essere uscita dal lavoro, nell’attraversare via Torresi, ha appoggiato il piede in una buca, invisibile poiché ricoperta dal fogliame, finendo per cadere rovinosamente a terra. Risultato: frattura dell’ulna e del radio. 


L’episodio è stato denunciato da Daniele Ballanti, portavoce del Comitato di via Torresi e presidente dell’associazione Ankon Nostra, secondo cui non è la prima volta che alle Grazie una persona cade per colpa di strade e marciapiedi sconnessi.

«Rispetto a 10 anni fa il quartiere è sprofondato nel degrado - sostiene Ballanti -.

Scalinate, strade e marciapiedi sono trascurati, le scuole viaggiano a regime ridotto e ci sono tante case e capannoni abbandonati, pieni di immondizia, che nei mesi scorsi erano stati pure occupati, per poi essere sgomberati dalle forze dell’ordine». In largo Staffette Partigiane, riferisce, l’area bambini ha solo la metà dei giochi perché il Comune non ha sostituito quelli vandalizzati, le mura sono deturpate da scritte offensive ed è pieno di zone buie, prive di lampioni e telecamere, nelle quali è sorta anche una discarica. Inoltre il campetto da basket è senza canestri e con le panchine rotte.

Ma anche il giardino di via Camerano è in stato di abbandono: sporco, buio e meta di brutti ceffi. «Da anni denunciamo la situazione - dice Ballanti -, ma non abbiamo mai avuto un briciolo di attenzione da parte dell’amministrazione». Di fronte a questa indifferenza il Comitato di via Torresi e Ankon Nostra, insieme ad altre associazioni e operatori commerciali di largo Staffette Partigiane, hanno deciso di ritinteggiare le mura della piazzetta a proprie spese. «Siamo arrivati al punto in cui ci costringono a fare da soli. Abbiamo chiesto l’autorizzazione a procedere al Comune, ma fino a che non installeranno telecamere e lampioni difficilmente la situazione sarà risolta».

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