«Basta dittatura», protesta in piazza anti Green pass. Oggi una manifestazione anche ad Ancona

«Basta dittatura», protesta in piazza anti Green pass. Oggi una manifestazione anche ad Ancona
«Basta dittatura», protesta in piazza anti Green pass. Oggi una manifestazione anche ad Ancona
di Federica Serfilippi
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Sabato 24 Luglio 2021, 10:05

ANCONA  - Un tam tam social per invitare i cittadini a scendere in piazza e protestare contro l’entrata in vigore, a partire dal 6 agosto, del Green Pass. È quello che s’è creato sui canali del web ancora prima della fine della conferenza stampa tenuta giovedì pomeriggio dal premier Draghi per spiegare le novità messe in campo dal Governo per contrastare la pandemia.

I primi moti si sono visti in piazza Castello, a Torino, con migliaia di persone a manifestare per il No Paura Day contro il piano vaccinale e il Green pass. Altri sit-in sono in programma oggi in tutto il territorio nazionale, organizzati soprattutto da canali social non identificabili con sigle politiche o sociali. Anche ad Ancona è prevista una forma di protesta: la manifestazione dovrebbe prendere corpo a piazza Cavour, a partire dalle 17.30. La protesta è stata sponsorizzata anche da un canale Twitter (nato ancora prima dell’ufficializzazione del Green pass) dal nome “Basta dittatura”. Le due parole sono state anche impresse sul logo del gruppo, con sullo sfondo una svastica.

Ieri, erano quasi 20mila le persone iscritte.

La didascalia che descrive il canale: «Siamo in dittatura Covid e dobbiamo ribellarci per riavere le nostre libertà!» Per cosa si scende in piazza? «Contro il passaporto schiavitù», «contro gli obblighi vaccinali», «contro la truffa Covid», «contro la dittatura instaurata». Nelle Marche, fino a ieri pomeriggio, era stata annunciata come location anche piazza del Popolo, ad Ascoli Piceno. Ma non è escluso che altri manifestanti possano scendere in piazza in ulteriori luoghi della regione. Altre proteste sono state sollecitate su un gruppo Facebook dal nome “No Green pass, adesso basta” con 25mila membri.

Il tam tam è arrivato anche all’attenzione degli uffici della Digos, la Divisione dalla questura che tratta Investigazioni generali e operazioni Speciali. La maggior parte dei sit-in previsti per oggi non sarebbero infatti stati autorizzati. Difficile anche risalire ai nomi degli organizzatori, poiché per sponsorizzare le manifestazioni sono stati utilizzati canali social non riconducibili a gruppi ufficiali o sigle politiche. Sembrano piuttosto riconducibili ad affiliazioni spontanee di cittadini. 

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