Baraccola, il Comune chiede
lo stato di calamità naturale

Baraccola, il Comune chiede lo stato di calamità naturale
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Sabato 16 Giugno 2018, 06:05

ANCONA  - Ha seminato danni per centinaia di migliaia di euro l’alluvione di giovedì, la più intensa degli ultimi sessant’anni. Per questo il Comune ha chiesto lo stato di calamità naturale alla Regione Marche: una proposta che, se verrà riconosciuta, sbloccherà contributi per le spese di primo intervento e risarcire automobilisti, commercianti e imprenditori che hanno subito danni ingenti a causa del fiume di fango che ha invaso la Baraccola.

 

 


L’Amministrazione ha deciso di attivare, a partire dalla prossima settimana, uno sportello ad hoc per chiunque avrà bisogno di assistenza. Decine di persone hanno infatti manifestato al Comune l’intenzione di sporgere denuncia per i guai passati a causa della bomba d’acqua e dell’inadeguatezza del sistema fognario. E’ proprio su questo aspetto che si concentreranno le attenzioni dei tecnici perché monta la polemica e nel rimpallo di accuse emerge cristallina una verità: la zona industriale di Ancona si allaga puntualmente ad ogni acquazzone, anche se mai si era arrivati al punto di veder trasformate via Primo Maggio e via Albertini in veri e propri torrenti. Così, il Comune ha deciso di avviare un tavolo di lavoro con i tecnici di Multiservizi per valutare il piano d’azione, ferma restando l’eccezionalità dell’evento. Il sindaco ha pubblicato su Facebook una tabella con le rilevazioni pluviometriche che confermano come nell’arco di 90 minuti è caduta una bomba d’acqua di 62 millimetri su Ancona Sud. «Non capitava da quasi sessant’anni», ha sottolineato Valeria Mancinelli. «È come se su un ettaro di terreno fossero caduti in poco tempo 60 metri cubi d’acqua, un evento assolutamente eccezionale» spiega l’assessore alla Protezione civile Stefano Foresi che ha subito attivato il Coc e la richiesta alla Regione.

 

«Appena è scattata l’allerta, abbiamo inviato sul posto le squadre di Anconambiente che hanno aperto i tombini per far defluire l’acqua, come in effetti è avvenuto davanti all’Uci Cinema - aggiunge -. L’opera di pulizia delle caditoie è andata avanti per tutta la notte, con la rimozione del fango e la pulizia delle strade. Ero sul posto durante l’emergenza e posso confermare che da Candia e dalla Cameranense arrivavano fiumi d’acqua, fango e detriti che hanno ben presto ostruito tutti i tombini e allagato il sottopasso di via Filonzi. Non esiste un problema di manutenzione, che viene svolta regolarmente. La questione, piuttosto, riguarda l’intricata rete di fognature, pubbliche e private, che dovrà essere regolamentata alla luce di fenomeni eccezionali che, purtroppo, si verificano con sempre maggiore frequenza». Non c’è tempo da perdere. Il vicesindaco Pierpaolo Sediari annuncia «un imminente tavolo di lavoro con l’azienda Multiservizi per verificare la situazione dei fossi, studiare interventi strutturali e provvedere alle opere necessarie per la regimentazione delle acque in un’area che, purtroppo, si trova sotto il livello del mare e dunque è esposta a maggiori pericoli».
Accertamenti tecnici sono in corso anche in via Caduti del Lavoro, dove due donne hanno rischiato di morire annegate nella loro auto, sommerse dall’acqua nel sottopassaggio allagato: perché il semaforo continuava a lampeggiare? «L’eccezionalità dell’evento potrebbe aver danneggiato il galleggiante all’interno del pozzetto , ma stiamo indagando», risponde Foresi.

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