ANCONA - Lungo la traiettoria della speranza. Una corsa veloce da Ascoli ad Ancona per respingere gli attacchi del Covid. Un piccino, di 15 mesi appena, da venerdì sera è ricoverato nella rianimazione pediatrica del Salesi: è positivo, come sua madre che l’ha contagiato. Di origini africane, il bimbo è afflitto da malattie genetiche, le sue condizioni sono critiche, ma non tali da essere intubato. Una battaglia, quella contro il virus, che invece ha perso un uomo di 70 anni, di Fabriano, non vaccinato: è morto a Torrette, sempre venerdì scorso.
Il giorno prima la stessa sorte era toccata a un 80enne di Ancona. Storie che sono la rappresentazione plastica della pressione che non s’allenta sugli Ospedali Riuniti.
L’onda lunga della pandemia, Antonello Maraldo la decripta così. «L’essere collettori dei casi più gravi della regione non ci permette di abbattere i numeri dei ricoveri». Il direttore amministrativo segue il flusso, lento, delle corsie: «Coloro che sono seguiti a Torrette o al Salesi spesso hanno bisogno di cure lunghe e complesse. Molti arrivano da fuori provincia, come l’ultimo paziente registrato in rianimazione».
Le curve no, non seguono lo stesso andamento.
Aspettando che si dissolva, l’onda lunga, domani in Regione, a Palazzo Rossini, è in programma una riunione del Gores, il Gruppo operativo emergenze sanitarie. Maraldo riprende il filo. «Il punto al centro del confronto sarà come comportarsi in previsione di una possibile chiusura dello stato d’emergenza il 31 marzo. Saremo chiamati ad analizzare le criticità che potrebbero derivare». Il dopo, che non sarà mai più come prima. «Dovremo valutare che tipo di assetto organizzativo dare all’ospedale. Come condurre i reparti verso la normalizzazione, le aree-Covid da mantere. Quante e dove?». Batte il tempo della transizione.