ANCONA - Due sono stati perdonati, ma il terzo no. «Ho trovato lavoro fuori città, non potevo continuare a fare volontariato». La giustificazione non è bastata: finirà a processo uno dei componenti della baby gang di piazza Roma che nell’estate del 2016 seminò paura e danni in centro, costringendo la questura a mettere in campo le forze speciali della polizia per fermare le scorribande, tra rapine, risse e giovani taglieggiati.
Il ragazzo romeno, allora sedicenne, dovrà sostenere il processo: rischia il carcere se verrà riconosciuto colpevole delle due rapine a cui avrebbe partecipato la sera del 2 luglio 2016 quando, insieme ad altri 7 amici (tre dei quali già maggiorenni all’epoca dei fatti), chi armati di tirapugni, chi di coltelli, costrinsero 4 adolescenti a consegnare cellulare e portafogli.
Li abbordarono con una scusa in due fasi diverse. Uno di loro fu trascinato sulle scalinate di via Zappata per essere minacciato e derubato, gli altri tre furono condotti dagli spacconi in corso Mazzini e poi in via della Pescheria per essere circondati, picchiati e rapinati.
Sono stati invece “perdonati” gli altri due bulli, suoi ex compagni di scorribande, un albanese e un romeno, uno dei quali difeso dall’avvocato Roberta Di Martino. Hanno infatti completato il percorso di volontariato e hanno superato il periodo di messa alla prova di 18 mesi, per cui il reato è stato estinto dal giudice del Tribunale dei minori, che ieri ha accolto la richiesta del pm di non luogo a procedere. Decisamente peggio è andata ad altri due ex minorenni della baby gang del centro, un serbo e un sudamericano, oggi 21enni: entrambi sono stati già processati e condannati, il primo a 4 anni di reclusione per le rapine commesse nel luglio 2016 e per un’estorsione ai danni di un giovane, al quale avrebbe rubato il cellulare per riconsegnarglielo in cambio di 100 euro.