Nessuno sconto per i baby rapinatori: il tribunale respinge i ricorsi, restano in comunità

Nessuno sconto per i baby rapinatori: il tribunale respinge i ricorsi, restano in comunità
Nessuno sconto per i baby rapinatori: il tribunale respinge i ricorsi, restano in comunità
di Federica Serfilippi
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Martedì 8 Marzo 2022, 05:10 - Ultimo aggiornamento: 14:43

ANCONA - Devono rimanere in comunità i due ragazzi arrestati dalla Squadra Mobile a metà febbraio con l’accusa di aver aggredito una studentessa a Largo Donatori di Sangue per rubarle l’iPhone. È stato deciso dal Tribunale del Riesame che ha rigettato le istanze promosse dai due difensori: i legali Nicoletta Cardinali e Nicoletta Pelinga. Per i loro assistiti (un 16enne e un neo18enne residenti ad Ancona e di origini nordafricane) avevano chiesto la completa libertà o in subordine la sola permanenza domiciliare o una scala di prescrizioni, consistenti di solito in una serie di attività utili sotto l’aspetto formativo ed educativo.

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I difensori avevano puntato soprattutto sull’assenza di gravi indizi di colpevolezza a carico dei due ragazzi. 

La difesa 

I presunti baby rapinatori, nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip Paola Mureddu, avevano rigettato ogni contestazione, sostenendo di non essere loro i responsabili dello scippo del prezioso telefono.

Addirittura, il pomeriggio del 30 novembre, non sarebbero neanche stati nella zona a ridosso di piazza Pertini. Dopo l’interrogatorio c’era stata una modifica della misura cautelare: dal carcere minorile alla comunità (una si trova a Pesaro, l’altra a Bologna). 

Il blitz

Vittima della rapina era stata una studentessa di 18 anni: stava parlando al cellulare quando era scattato l’agguato: era tardo pomeriggio, il buio era già calato sulla città. Stando alla tesi della procura, mentre uno da dietro copriva gli occhi alla vittima, l’altro la spintonava per prendergli l’iPhone. Il dispositivo non è mai stato ritrovato dagli investigatori. Sul posto, subito dopo l’aggressione, erano giunti gli agenti della questura per i rilievi e gli accertamenti di rito. Un testimone, per qualche metro, si era messo alla rincorsa dei due rapinatori, senza però avere successo. Un dettaglio importante: qualche giorno dopo lo stesso avrebbe intercettato uno dei due scippatori a bordo del bus, riconoscendolo come l’autore della rapina commessa a Largo Donatori di Sangue. Una testimonianza preziosa per i detective della Squadra Mobile che, per almeno due mesi, hanno lavorato per dare nome e cognome ai protagonisti della scena di violenza andata in onda in pieno centro, nell’ultimo periodo diventato troppo spesso il cuore delle azioni di baby gang o ragazzini in vena di vandalismi. 
Raccolti tutti gli indizi e imbastita un’informativa basata su gravi indizi di colpevolezza e il pericolo della commissione di altri reati, era stata chiesta al gip la misura cautelare. Nel giro di poco, entrambi i ragazzi erano stati portati all’istituto penitenziario minorile, la massima misura cautelare prevista. 

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