Party a base di alcol e droga nel PalaVeneto a pezzi. Il Comune chiede aiuto al Viminale

Party a base di alcol e droga nel PalaVeneto a pezzi. Il Comune chiede aiuto al Viminale
Party a base di alcol e droga nel PalaVeneto a pezzi. Il Comune chiede aiuto al Viminale
di Stefano Rispoli
4 Minuti di Lettura
Martedì 10 Agosto 2021, 02:20 - Ultimo aggiornamento: 11 Agosto, 11:34

ANCONA - Non aprite quella porta: vi troverete di fronte ad uno scenario da brividi. Muri scrostati, montagne di rifiuti, pezzi di cemento a terra. Il PalaVeneto - quel che ne rimane - potrebbe essere scelto come set di un film dell’orrore.

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E invece questo scatolone grigio assediato dal degrado si trova nel cuore del capoluogo dorico, a due passi dal centro, immerso in una delle zone residenziali più ambite (e costose) della città.

Da due anni versa in stato di abbandono, ripetutamente preso d’assalto dai baby teppisti che, dopo un primo blitz del 9 luglio scorso, a distanza di un mese sono tornati a forzare una delle porte al piano terra da cui si accede ai locali tecnici della piscina. 


Le incursioni 
Cosa vengano a fare qua dentro è facile da immaginare. Bevono, fumano, si drogano, lontano da sguardi indiscreti, anche se ogni tanto i residenti si accorgono di strani movimenti, scattano una foto, segnalano le presenze sgradite alle forze dell’ordine, protestando per gli schiamazzi notturni, le risse, gli atti vandalici. Ma c’è anche un grande problema di sicurezza: nei locali in cui s’intrufolano abusivamente si trovano i quadri elettrici, le autoclavi e i bruciatori che un tempo servivano per riscaldare l’acqua della piscina. Tutto è ancora funzionante, il che eleva il coefficiente di rischio legato alle incursioni dei ragazzini terribili che non si fermano certo di fronte a una porta chiusa con lo scrocco dal Comune: basta un calcio per riaprirla. E da lì lo sguardo si affaccia su un mondo di degrado: al PalaVeneto il tempo sembra essersi fermato. La piscina dove un tempo si coltivavano talenti è diventata un maxi contenitore di scatoloni e rifiuti. Al piano superiore, il parquet del vecchio campo da basket perde pezzi: a terra c’è ancora il tubo dell’estintore azionato per uno stupido gioco dai vandali che nel blitz di un mese fa hanno rubato palloni e attrezzature, anche dalla palestra-fantasma, che cade a pezzi come gli spogliatoi e la vecchia sala boxe intitolata all’indimenticato pugile Gino Giacomelli. Ovunque, pezzi di cemento crollati a terra dopo i carotaggi eseguiti dai tecnici durante le verifiche sismiche, per le quali il Comune attende ancora l’esito per poter procedere con la preventivata opera di recupero dell’immobile. 


Il progetto 
Ci sono 6 milioni in ballo, quelli chiesti al Ministero degli Interni nell’ambito del Piano di rigenerazione urbana per la ristrutturazione e l’adeguamento del PalaVeneto. Un intervento inserito tra quelli pensati per la biblioteca Benincasa, il Mercato delle Erbe, il completamento della Mole e il restauro della pinacoteca Podesti, per complessivi 20 milioni. «Stiamo aspettando una risposta dal Ministero - spiega l’assessore allo Sport, Andrea Guidotti -. Crediamo fermamente nel recupero della struttura per lo sport cittadino». Il Comune, l’anno scorso, aveva speso 140mila euro per rimuovere la tettoia in amianto dal palas e altri 150mila euro per le realizzazione di spogliatoi nell’ex casa del custode. 

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