ANCONA Prevenzione, ma anche il pagamento del conto con la giustizia. Non rimangono sempre impuniti i bulletti che, di tanto in tanto, si divertono a spadroneggiare per le vie della città, mettendo a volte a repentaglio la sicurezza dei cittadini. I controlli prima di tutto e, quando la situazione lo richiede, denunce a piede libero o, nei fatti più gravi, gli arresti.
I procedimenti
Nell’ultimo anno sono vari i procedimenti penali che sono stati iscritti nel registro del Tribunale dei Minori. Lo scorso ottobre, per esempio, erano finiti in manette cinque ragazzi, accusati di aver perseguitato, tra minacce, richieste di denaro e botte, dei loro coetanei, alcuni gravati da deficit psichici. La vicenda è finita in aula: in quattro hanno ottenuto la messa alla prova in comunità, tra iter riabilitativi, percorsi di giustizia riparativa, il lavoro a contatto con i disabili, un tentativo di riconciliazione con le vittime. Per tre ragazzi era stato deciso un progetto di un anno e mezzo, per un altro di 27 mesi. Un quinto componente della gang (all’epoca dei fatti maggiorenne, ora ne ha 21) è stato giudicato dal tribunale ordinario: quattro anni e quattro mesi di reclusione per i reati di stalking ed estorsione.
Gli stessi reati erano stati contestati al quartetto della messa alla prova. È successo che uno di questi, lo scorso agosto, ha abbandonato la comunità, pochi mesi dopo aver compiuto 18 anni.
Le violenze a scuola
Nel corso dell’anno scolastico 2018-2019, a vario titolo, avrebbero reso la vita impossibile ad alcuni docenti, tra vandalismi, bestemmie, minacce, musica a tutto volume ascoltata in classe e una sedia data alle fiamme all’interno del bagno riservato ai disabili. Tra i reati contestati: interruzione di pubblico servizio, resistenza a pubblico ufficiale (in riferimento al comportamento tenuto con i docenti) e danneggiamento a seguito di incendio.
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