ANCONA Assunzioni fantasma per far ottenere a cittadini stranieri il permesso di soggiorno e truffe ai danni dello Stato per potersi accaparrare benefici previdenziali. È il quadro accusatorio con cui il gup Carlo Massini ha decretato il rinvio a giudizio di 14 persone per associazione a delinquere. Il processo inizierà il prossimo 8 novembre e nasce da una maxi inchiesta esplosa nel 2016 e portata avanti sul campo dalla polizia e dalla Guardia di Finanza. L’indagine aveva portato alla denuncia di oltre 400 persone, divise tra chi avrebbe promosso il meccanismo illecito e chi, invece, ne avrebbe beneficiato.
Il reato più grave
L’udienza terminata con il rinvio a giudizio prendeva in considerazione solamente la posizione dei 14 a cui il pm Ruggiero Dicuonzo contesta il reato associativo.
La base logistica
A Fabriano ci sarebbe stata la base logistica del presunto raggiro, ovvero lo studio di un consulente del lavoro considerato dalla procura una delle menti dell’organizzazione. A processo c’è anche una falconarese, che avrebbe avuto il compito di coordinare le attività illecite, gestire i contatti con gli immigrati e organizzare gli incontri nello studio del consulente. Nel gruppetto dei 14 c’è anche chi, stando alle indagini, metteva a disposizione la propria azienda per le false assunzioni e chi invece, come due marocchini e un tunisino residenti in Vallesina, che si preoccupavano di procacciare nuovi clienti e riscuotere da loro le somme di denaro concordate per mettere in scena – dice la procura - i finti rapporti lavorativi.
Le aziende che si sarebbero prestate per i falsi contratti di lavoro si occupavano di varie settori: da quello della termoidraulica, alle pulizie, passando per il campo edile. I 14, oltre al reato associativo (finalizzato alla truffa e all’immigrazione clandestina) dovevano rispondere a vario titolo anche di singoli episodi di truffa e di falso. Per queste accuse è arrivata la prescrizione, considerando che alcuni fatti risalgono al 2013-2014.
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