Cemim, ex vertici
assolti dopo 20 anni

Cemim, ex vertici assolti dopo 20 anni
2 Minuti di Lettura
Martedì 18 Novembre 2014, 21:05 - Ultimo aggiornamento: 19 Novembre, 19:50
ANCONA - A oltre 20 anni di distanza, gli ex vertici del Cemim (Centro merci intermodale Marche per la costruzione dell' interporto), che avevano patteggiato la pena negli anni Novanta, dopo la revoca della sentenza, sono stati assolti dalle Corti d'appello dell'Aquila e di Campobasso dalle accuse di truffa e bancarotta. Con il loro legale, l'avvocato Cristiana Pesarini, Franco Bassotti (ora presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi), Carlo Alberto Del Mastro, Bruno Strappa e i famigliari di Franco Ferranti (deceduto) hanno riferito gli ultimi sviluppi della lunga battaglia giudiziaria. In precedenza erano stati assolti anche il progettista Dario Tomellini (in primo grado) e l'ex membro del Cda Nazareno Garbuglia (in appello). Ora la vicenda proseguirà con richieste di risarcimento milionarie nei confronti della Regione: Del Mastro per 10 milioni di euro, Garbuglia per tre milioni più i danni morali, un'altra richiesta di Bassotti che non ne ha rivelato l'ammontare. L'inchiesta sul Cemim era sfociata in nove arresti: gli indagati erano accusati di aver utilizzato per fini personali almeno una parte dei 16 miliardi di vecchie lire che la Regione aveva stanziato all'epoca: ora i procedimenti hanno escluso del tutto questo addebito. Gli interessati avevano deciso di patteggiare, nell'ambito della stagione di “Marche pulite”. Adesso che le accuse sono cadute con il verdetto del processo di revisione, ha osservato l'avvocato Pesarini, occorre “restituire dignità a persone sbattute sulle prime pagine dei giornali e dipinte come dilapidatori enti pubblici”. Nel 2009 il tribunale aveva revocato il fallimento del Cemim, escludendo la necessità di restituire i 16 miliardi alla Regione e il presupposto dello stato d'insolvenza. La Cassazione aveva confermato il verdetto nel 2011.

Bassotti: “Mi è stata resa giustizia dal magistrato, mi ha detto che dopo sei anni di indagine che mi hanno rivoltato come un calzino poteva affermare che non mi ero messo in tasca neppure i soldi per un caffè”. Ma ha voluto fare la battaglia per “chi non c’è più e ai nostri familiari”. Lo sfogo: “Non auguro a nessuno vivere la vicenda che abbiamo vissuto”. Poi il risvolto sociale. “E’ stato un danno incredibile per la comunità regionale, l’Interporto poteva dare lavoro a migliaia di persone. L’azione giudiziaria che in pompa magna è stata definita dalla procura la madre di tutte le inchieste si è dimostrato il più grande bluff”. Conclude Bassotti: “L’Interporto era una grande idea rivoluzionaria. Nessuno si illuda: con i 30 milioni di euro che oramai costa l’Interporto non riuscirà a decollare. Dopo 30 anni i flussi commerciali che avevamo già assicuratoi oggi hanno preso altre direzioni e non sono più recuperabili”.



Leggi Corriere Adriatico per una settimana gratis - Clicca qui per la PROMO

© RIPRODUZIONE RISERVATA