Ancona, assalto all'auto ripreso
in diretta. «Ora vivo in un incubo»

Un fermo immagine dell'assalto del vandalo
Un fermo immagine dell'assalto del vandalo
di Stefano Rispoli
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Giovedì 18 Agosto 2016, 06:45 - Ultimo aggiornamento: 4 Maggio, 11:26

ANCONA - Un agguato in diretta. È buio, ma una spycam riprende nitidamente l’azione del vandalo. Si avvicina all’auto con passo deciso, fora a una a una le gomme, afferra un martello e assesta colpi forti e precisi: infrange i fari e il lunotto posteriore, poi si accanisce su un finestrino laterale e sul parabrezza. In sottofondo si sentono le grida disperate di una donna. Forse sono state quelle a mettere in fuga il delinquente, vestito di scuro, sneakers bianche e un cappuccio calato sul volto. È scappato verso una stradina laterale, senza che nessuno riuscisse a riconoscerlo o a fermarlo. Un blitz di appena 30 secondi. Ma i danni sono per migliaia di euro.

Erano le 21,30 di martedì. Subito in via Brecce Bianche sono arrivati i carabinieri del Radiomobile che hanno raccolto le testimonianze di un paio di persone e visionato i filmati. L’auto, una Honda Stream, è di proprietà di Emilio Di Pietro, finanziere in pensione, padre di tre figli. L’aveva parcheggiata di fronte al suo appartamento. Era uscito con i cani. Al rientro, ha trovato la vettura distrutta e la moglie in lacrime. Ora spera che il video, pubblicato su Facebook, possa aiutare gli inquirenti nella ricerca del vandalo. Non si tratterebbe di una ragazzata, bensì di una vera spedizione punitiva.

E’ stato lo stesso ex finanziere, tempo fa, a dotarsi di una spycam puntata sul parcheggio dopo il precedente dell’aprile 2014: allora, sempre di notte, qualcuno prese di mira l’auto della moglie, una Opel Kadett, parcheggiata nell’area assegnata all’interno di un porticato, per carenza di specifici posti. «Qualcuno la aprì, sganciò il freno a mano e la spinse per 12 metri contro l’auto di un condomino, danneggiando pure quella», racconta l’uomo.
Le indagini sono in corso e un colpevole non c’è. Ma la famiglia Di Pietro da tempo si sente presa di mira e gli inquirenti vogliono capire se c’è attinenza tra i due episodi di danneggiamento e un’aggressione subita dall’ex finanziere lo scorso 30 luglio da parte di un condomino. «Sulle scale sono stato colpito alla testa con un casco, finendo all’ospedale». La polizia era intervenuta per un ragazzo che scorrazzava con lo scooter in strada. «Deve aver pensato che a chiamare il 113 sia stato io, ma di certo si è sbagliato». Al momento non c’è alcuna attinenza comprovata tra l’agguato dell’altra sera e il responsabile dell’aggressione, anche perché non è lui quello ripreso dalla spycam . 

Un mandante? Si indaga anche su questo. Di sicuro diversi inquilini hanno segnalato agli enti preposti quel condomino e quell’appartamento dal quale arrivavano continui rumori molesti: stereo a tutto volume, aspirapolvere acceso per ore, il tosaerba in funzione già all’alba. «Questa situazione va avanti dal 2013 - aggiunge Di Pietro -. Abbiamo più volte segnalato la cosa alle istituzioni: tutto inutile. Alcune famiglie se ne sono andate perché non riuscivano più a vivere così. Io e i miei figli abbiamo paura, usciamo sempre in coppia o con il cane più grosso. Mi sono trasferito qui dall’Abruzzo per lavoro, mai avrei pensato di vivere in queste condizioni».

Gli attriti sarebbero sorti da una lamentela nel giorno di Pasqua 2013. «Per fissare dei chiodi sul muro stava facendo un rumore assurdo, mi sono permesso di chiedergli di fare più piano: da lì è cominciato l’inferno».

Un presunto caso di stalking condominiale che, forse, potrebbe avere un collegamento col raid di martedì, ma è tutto da dimostrare. Gli inquirenti sono alla ricerca di un ragazzo di corporatura robusta, alto circa un metro e 85, sulla trentina d’anni, armato di martelli e mazzette che ha portato via dopo il blitz. Si spera di rintracciarlo anche grazie al popolo di Facebook.

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