ANCONA - L’ambulante con la passione del tifo per i colori biancorossi dell’Ancona e il vizietto dello spaccio, girava in Bmw e si vantava che tanto la polizia non sarebbe mai riuscito a prenderlo. Previsione azzardata, e soprattutto sbagliata: venerdì gli uomini della Squadra mobile lo hanno preso in consegna e portato a Montacuto, e lui ha infilato il secondo arresto dopo quello del 2008. Gli investigatori antidroga lo hanno seguito nelle trasferte quando rimpinguava le scorte di vestiti e scarpe per i clienti della bancarella, e di cocaina per gli acquirenti dello sballo.
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Sono i particolari delle indagini che hanno portato gli uomini della Squadra mobile diretta dal vicequestore Carlo Pinto a stringergli le manette ai polsi con l’accusa di detenzione di cocaina ai fini di spaccio.
Gli inquirenti ritengono l’ambulante l’anello intermedio del rifornimento di cocaina nel capoluogo. Stando a quanto raccolto dai poliziotti nel corso delle indagini, si procacciava importanti quantitativi di cocaina nel sud delle Marche, approfittando degli spostamenti dovuti al suo lavoro. In questo modo riusciva a giustificare i viaggi schivando le restrizioni imposte dalle normative anti Covid. E lui nel carico di abbigliamenti e accessori che poi avrebbe esposto nella sua bancarella, imboscava pure il prezioso stupefacente. Venerdì mattina i poliziotti sapevano di andare a colpo sicuro. Erano appostati al Viale in attesa che chiudesse il banco, poi gli si sono incollati con l’auto seguendolo fino a casa, in zona Pinocchio, dove è iniziata la perquisizione domiciliare.
Gli agenti gli hanno trovato un primo quantitativo di cocaina nascosto dentro il congelatore. La perquisizione si è poi estesa ad un garage in uso al (presunto) spacciatore ma non di sua proprietà, alle Palombare, dove è spuntata altra droga. In tutto sono stati sequestrati quasi due etti e mezzo di cocaina. Gli agenti gli hanno trovato anche 19.000 euro in contanti ritenuti il provento dell’attività illecita. Secondo gli investigatori, l’ambulante ultrà, conosciuto negli ambienti della curva dei tifosi dell’Anconitana, fa da trait d’union del traffico di cocaina dorica, tra i grossi fornitori e i pusher che cedono la droga direttamente al consumatore. Se così è, il 43enne non potrà farlo per un po’, non certo dalla cella di Montacuto dove è stato rinchiuso su disposizione della Procura.