ANCONA - Sguarniti, quei grandi vasi sono colmi di mozziconi di sigarette e di rifiuti. Il verde rigoglioso che avrebbero dovuto accogliere resta solo una promessa tradita. La negazione del paradigma del decoro. Così, prima di intrecciare la trama del futuro sulla direttrice pedonale che si allunga tra le piazze Repubblica-Cavour, verrebbe da forzare la mano e non prescindere da un passaggio obbligato. Un altro. Dopo l’uscita di scena delle due isole tecnologiche, all’alba dello scorso 7 agosto, ora via anche quelle fioriere, ultimo baluardo della sciatteria urbana.
Un nulla di fatto a leggere tra le righe di una recente delibera del Comune. Con un mini-investimento, da appena 2.500 euro, invece di farle sparire dai radar e soprattutto da corso Garibaldi, quell’ordinanza decide a favore di un intervento-tampone.
L’ordinanza
Alla ricerca dell’ornamento perduto, e con il cartellone di Natale che già fa scintille, a Palazzo del Popolo si è scelto di prendersi cura del verde, affidando alla ditta specializzata Ciavattini Garden il compito di sostituire le piante secche o strappate dai moti dell’inciviltà. Là, nel cuore della città.
La fascinazione
Silenzio. Resta lettera morta il teorema di garbo e compostezza che i creatori di spazi e fattezze tentarono di definire, il giorno successivo alla caduta sul campo di isole e panchine hi-tech.
La formula
Senso e significato era la formula proposta dall’urbanista Vittorio Salmoni: «Non è detto che uno spazio abbia necessità d’essere riempito. Va innanzitutto studiato». Procedeva al motto: «No a interventi sporadici e spontanei». Per tutti valeva la stessa sintesi: un disegno integrato per popolare di beltà i paesaggisti urbani. Semplice davvero.