Approccio a luci rosse con una ragazzina di 15 anni: condannato per tentata violenza sessuale

Approccio a luci rosse con una ragazzina di 15 anni: condannato per tentata violenza sessuale
Approccio a luci rosse con una ragazzina di 15 anni: condannato per tentata violenza sessuale
di Federica Serfilippi
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Giovedì 31 Marzo 2022, 10:05

ANCONA  - Probabilmente incitato dai fumi dell’alcol, si era avvicinato a una ragazza che conosceva di vista nel corso di una serata del Vintage Event di Sassoferrato. Lui aveva 19 anni e lei 15.

Stando all’accusa, l’aveva cinta da dietro per poi leccarle un orecchio e lanciarle un invito sessuale neanche poco esplicito. Il tentativo d’approccio, piuttosto molesto, non era andato a buon fine perché la minorenne si era dimenata, allontanandosi subito dal quel ragazzo più grande di lei di quattro anni. 


E, anzi, ha portato a incardinare davanti al collegio penale del tribunale di Ancona un procedimento per tentata violenza sessuale.

Ieri mattina l’imputato, che nel frattempo ha compiuto 23 anni, è stato condannato a scontare sei mesi di reclusione, pena sospesa. È stata riconosciuta la lieve entità del fatto, nella fattispecie meno gravosa prevista del reato contestato. Il pm in udienza, il dottor Ruggiero Dicuonzo, aveva chiesto un anno e mezzo di carcere. Il ragazzo, di origine tunisina e residente a Sassoferrato, è stato sempre indagato a piede libero dopo l’identificazione dei carabinieri, interpellati dalla mamma della minore.

La vittima, ora maggiorenne, non si è costituita parte civile al processo. Le molestie contestate risalgono all’agosto del 2018, in una di quelle serate all’interno dell’evento clou dell’estate della cittadina dell’area montana. Il festival del vintage, a cavallo del periodo di Ferragosto, si teneva alla rocca di Albornoz. Stando all’accusa, all’improvviso l’imputato si era avvicinato alla 15enne in un palese tentativo di approccio sessuale. 


Secondo l’imputazione, lui l’aveva cinta da dietro, dicendole di volere con lei un rapporto intimo e leccandole un orecchio. Era stata la mamma della minore, una volta saputo dell’episodio, a portare la figlia dai carabinieri e a sporgere denuncia. La vittima conosceva solo di vista l’imputato e il suo nome. Tanto era bastato per identificarlo.

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