ANCONA - Ancora una morte legata all’amianto, ancora un maxi risarcimento stabilito dal tribunale del lavoro. Ammonta a circa 720mila euro la cifra che la Fincantieri dovrà versare ai familiari di un ex operaio anconetano. L'uomo è deceduto a 80 anni per mesotelioma pleurico, una malattia strettamente connessa all’esposizione alle fibre d’amianto. La sentenza è stata emessa dal giudice Arianna Sbano, dopo la causa intentata dagli eredi (moglie e una figlia) della vittima, rappresentati dagli avvocati Rodolfo e Ludovico Berti.
La vittima
L’anziano, che aveva scoperto la terribile malattia a 76 anni, non lavorava come dipendente diretto della Fincantieri, ma per una ditta in appalto.
I testimoni
Nel corso del processo, sono stati sentiti diversi testimoni. Vecchi operai del cantiere navale, ormai anziani, chiamati a dare atto degli ambienti in cui si succedevano le lavorazioni per le navi in costruzione. La vittima, nonostante fosse coordinata da una ditta in appalto, lavorava all’interno del cantiere (almeno per il periodo preso in considerazione) in maniera stabile. E proprio lì, stando a quanto emerso, si sarebbe irrimediabilmente ammalato per il contatto con l’amianto. La malattia, che difficilmente lascia scampo e costringe ad atroci sofferenze, è stata scoperta anni dopo la pensione e ha portato via l’anconetano in quattro anni. La prima diagnosi è stata fatta all’ospedale di Torrette, poi l’operaio si era anche rivolto a centri specialistici fuori regione, non raggiungendo purtroppo i risultati sperati. Per il risarcimento, il giudice ha calcolato non solo la sofferenza provata direttamente dall’ex operaio nel corso della malattia, ma anche il danno patito dai familiari per la perdita del congiunto. Gli eredi hanno intentato una causa direttamente contro la Fincantieri e non con la ditta per cui l’operaio lavorava direttamente. La società, infatti, è fallita tempo fa.