Tentò di annegare un diportista a Marina Dorica. «Parziale vizio di mente»: l'algerino condannato a 6 anni

I momenti dell'arresto dell'algerino nell'agosto 2021
I momenti dell'arresto dell'algerino nell'agosto 2021
di Federica Serfilippi
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Mercoledì 2 Marzo 2022, 06:20

ANCONA - L’aggressione a Marina Dorica con il tentato affogamento di un diportista; lo “speronamento” di uno scooterista lungo via Mattei; la fuga verso Posatora e il blitz, con tanto di bastone, in un appartamento dove una famigliola era intenta a consumare il pranzo. Dovrà scontare 6 anni di reclusione Mohamed Lachemi Lamine, l’algerino che lo scorso 17 agosto fece piombare nel terrore in mezza città, convogliando su di sé una caccia all’uomo iniziata al porticciolo turistico e terminata con l’arresto a Posatora. 

 
Il 25enne, attualmente recluso nel carcere di Pesaro, doveva rispondere di tentato omicidio, lesioni personali (reati riferibili alla vicenda del diportista aggredito, un umbro di 56 anni), violazione di domicilio (per l’incursione in casa) e resistenza a pubblico ufficiale. La pena è stata decretata dal gup Francesca De Palma dopo la decisione della difesa – rappresentata dall’avvocato Marco Defendini – di procedere con il rito abbreviato. Il giudice ha tenuto conto della perizia psichiatrica affidata dalla procura al dottor Vito Veccia. È stato riscontrato un parziale vizio di mente al momento dei fatti, uno status mentale compromesso in parte da un disturbo antisociale di personalità. Ravvisata anche una persistente pericolosità sociale. Proprio per questo, il gup ha stabilito la necessità di una misura di sicurezza, decretando il trasferimento di Lamine in una Rems. Non è stata stabilita la durata della misura. A fine pena, il 25enne verrà espulso dall’Italia. Al processo, tenutosi alla presenza dell’imputato, non c’erano parti civili. 
Il diportista aveva riportato venti giorni di prognosi per quanto avvenuto a Marina Dorica.

Si trovava sul molo quando era stato avvicinato dall’algerino: «Sei cristiano?» gli era stato chiesto. Neanche il tempo di rispondere che aveva ricevuto un cazzotto in pieno volto, così forte da farlo finire in mare. Stando all’accusa, il 25enne gli avrebbe tenuto la testa sott’acqua con l’intenzione di ucciderlo. L’algerino era scappato dopo l’intervento di due finanzieri e il personale del porticciolo. Imbracciando un mezzo marinaio e urlando “Allah Akbar” si era dato alla fuga a nuoto. Stando a quanto ricostruito, in via Mattei si era messo all’inseguimento di uno scooterista che, per sfuggire alla furia dell’algerino, aveva invaso l’opposta corsia di marcia, andando a sbattere contro un’auto. Lamine aveva poi scavalcato il parapetto del viadotto per attraversare la vegetazione che porta al parco Belvedere, dove aveva allestito un alloggio di fortuna. In via Posatora, l’irruzione nell’appartamento di una famiglia. Prima che la situazione potesse degenerare era scattato il blitz della polizia. 

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