Sos per le crepe dopo l’alluvione. Il sindaco di Senigallia: «Verificare gli argini danneggiati»

Sos per le crepe dopo l’alluvione. Il sindaco di Senigallia: «Verificare gli argini danneggiati»
Sos per le crepe dopo l’alluvione. Il sindaco di Senigallia: «Verificare gli argini danneggiati»
di Sabrina Marinelli
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Sabato 24 Settembre 2022, 01:45 - Ultimo aggiornamento: 25 Settembre, 09:10

SENIGALLIA - Corsa contro il tempo per verificare gli argini danneggiati dall’esondazione. La nuova allerta meteo diramata preoccupa il sindaco Massimo Olivetti che da giorni chiede rinforzi. «Personale dell’esercito ne è arrivato poco - dice - non basta. Abbiamo bisogno di più aiuti perché gli interventi da fare sono numerosi. Quello che più mi preoccupa sono le condizioni degli argini perché in molti punti sono lesionati». In centro storico sono ben visibili le crepe sul lato che si affaccia su via dei Portici Ercolani e via XX Settembre. Potrebbero non reggere di fronte ad una nuova piena e quindi far passare un quantitativo maggiore di acqua. 

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Le preoccupazione


«Abbiamo argini in condizioni critiche anche a Molino Marazzana e Bettolelle- aggiunge - bisogna fare presto vista la nuova perturbazione in arrivo.

Ad ogni modo una ricognizione la stanno facendo gli uomini della protezione civile nazionale, del ministero della difesa e del genio militare» . Da sistemare anche i sensori dentro il fiume collegati alle sale operative del comune e della Regione. Diversi non hanno funzionato e non hanno segnalato che la piena aveva superato il livello di guardia. «A Casine di Ostra non si sono attivati - spiega Olivetti - così ho mandato del personale a vedere l’asta a Bettolelle non avendo comunicazioni diversi . Da Casine di solito ci mette due ore la piena ad arrivare a Senigallia ma l’altra sera ha impiegato tre quarti d’ora». Il sindaco ha inoltre segnalato il Ponte Angeli. «Ha fatto da fontana - prosegue - senza far scorrere l’acqua verso il mare che riceveva ma va detto che probabilmente sarebbe cambiato poco perché molto acqua è uscita dai tombini perché le fogne non ricevevano più un quantitativo di acqua del genere». Solidarietà e mezzi intanto arrivano da ogni parte d’Italia.

La visita 


Ieri mattina il sindaco Olivetti ha ricevuto la visita di Gianpaolo Bottacin, assessore all’Ambiente e Protezione Civile della Regione Veneto. La Regione Veneto ha risposto alla chiamata d’aiuto del Comune inviando due funzionari regionali, 70 volontari addestrati appartenenti a tutte e sette le province venete, con dotazioni composte da 6 mezzi per il trasporto persone, 13 autocarri, 7 moduli AIB, un mezzo radio, una sala operativa mobile, 3 rimorchi, 10 macchine operatrici, una spazzatrice, motopompe, torri faro e gruppi elettrogeni.
Durante l’incontro in Comune, alla presenza anche dell’Assessore alla Protezione Civile di Senigallia Nicola Regine, dell’Assessore all’Ambiente Elena Campagnolo e della Responsabile Protezione Civile del Comune Barbara Rotatori, Gianpaolo Bottacin ha portato la sua esperienza su come il Veneto affronta il monitoraggio dei numerosi bacini acquiferi del territorio. «È davvero importante rispondere ad emergenze di questo tipo in maniera tempestività», ha detto l’Assessore Bottacin, spiegando come la Regione Veneto, in collaborazione con l’Università di Padova, abbia messo a punto un modello matematico per la previsione delle piene, così da avere uno strumento scientifico su cui basarsi per mettere in moto i protocolli di emergenza. Un modello che può avere margini d’errore, visto che si basa su modelli di previsione, ma sicuramente inferiori della mera osservazione empirica. 

L'allarme


Uno strumento che da tempo il sindaco di Senigallia richiede di adottare per la Valle del Misa. L’architetto Barbara Rotatori ha spiegato: «L’allerta del 14 settembre non si riferiva al nostro territorio, ci siamo affidati alla nostra esperienza e quando, alle 19.30, ci siamo resi conto che l’incessante pioggia nelle zone interne aveva iniziato a ingrossare il fiume, abbiamo attivato le procedure previste anche se il livello del fiume Misa, nel territorio senigalliese, era pari a m 1,04. Di conseguenza, abbiamo lanciato l’allarme: una misura che ci ha permesso di salvare la vita a molti cittadini».

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