SENIGALLIA - Corsa contro il tempo per verificare gli argini danneggiati dall’esondazione. La nuova allerta meteo diramata preoccupa il sindaco Massimo Olivetti che da giorni chiede rinforzi. «Personale dell’esercito ne è arrivato poco - dice - non basta. Abbiamo bisogno di più aiuti perché gli interventi da fare sono numerosi. Quello che più mi preoccupa sono le condizioni degli argini perché in molti punti sono lesionati». In centro storico sono ben visibili le crepe sul lato che si affaccia su via dei Portici Ercolani e via XX Settembre. Potrebbero non reggere di fronte ad una nuova piena e quindi far passare un quantitativo maggiore di acqua.
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Le preoccupazione
«Abbiamo argini in condizioni critiche anche a Molino Marazzana e Bettolelle- aggiunge - bisogna fare presto vista la nuova perturbazione in arrivo.
La visita
Ieri mattina il sindaco Olivetti ha ricevuto la visita di Gianpaolo Bottacin, assessore all’Ambiente e Protezione Civile della Regione Veneto. La Regione Veneto ha risposto alla chiamata d’aiuto del Comune inviando due funzionari regionali, 70 volontari addestrati appartenenti a tutte e sette le province venete, con dotazioni composte da 6 mezzi per il trasporto persone, 13 autocarri, 7 moduli AIB, un mezzo radio, una sala operativa mobile, 3 rimorchi, 10 macchine operatrici, una spazzatrice, motopompe, torri faro e gruppi elettrogeni.
Durante l’incontro in Comune, alla presenza anche dell’Assessore alla Protezione Civile di Senigallia Nicola Regine, dell’Assessore all’Ambiente Elena Campagnolo e della Responsabile Protezione Civile del Comune Barbara Rotatori, Gianpaolo Bottacin ha portato la sua esperienza su come il Veneto affronta il monitoraggio dei numerosi bacini acquiferi del territorio. «È davvero importante rispondere ad emergenze di questo tipo in maniera tempestività», ha detto l’Assessore Bottacin, spiegando come la Regione Veneto, in collaborazione con l’Università di Padova, abbia messo a punto un modello matematico per la previsione delle piene, così da avere uno strumento scientifico su cui basarsi per mettere in moto i protocolli di emergenza. Un modello che può avere margini d’errore, visto che si basa su modelli di previsione, ma sicuramente inferiori della mera osservazione empirica.
L'allarme
Uno strumento che da tempo il sindaco di Senigallia richiede di adottare per la Valle del Misa. L’architetto Barbara Rotatori ha spiegato: «L’allerta del 14 settembre non si riferiva al nostro territorio, ci siamo affidati alla nostra esperienza e quando, alle 19.30, ci siamo resi conto che l’incessante pioggia nelle zone interne aveva iniziato a ingrossare il fiume, abbiamo attivato le procedure previste anche se il livello del fiume Misa, nel territorio senigalliese, era pari a m 1,04. Di conseguenza, abbiamo lanciato l’allarme: una misura che ci ha permesso di salvare la vita a molti cittadini».
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