Dieta mediterranea, negli over 65 rischi di mortalità ridotti del 25%: meno tumori e allergie. Ecco cosa mangiare

Dieta mediterranea, negli over 65 rischi di mortalità ridotti del 25%: meno tumori e allergie. Ecco cosa mangiare
Dieta mediterranea, negli over 65 rischi di mortalità ridotti del 25%: meno tumori e allergie. Ecco cosa mangiare
di Graziella Melina
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Mercoledì 2 Giugno 2021, 08:45 - Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 15:31

Mangiare bene non aiuta solo a mantenersi in forma, ma anche a vivere più a lungo. E per riuscirci basterebbe portare in tavola i prodotti di stagione delle nostre terre. Secondo uno studio degli scienziati dell'Istituto Neuromed di Pozzilli (Isernia), in Molise, pubblicato sulla rivista British Journal of Nutrition, la dieta mediterranea riduce infatti del 25% il rischio di mortalità nelle fasce più anziane della popolazione.
«Da una ricerca che stiamo effettuando a partire dal 2005 in Molise su circa venticinquemila persone - spiega il presidente di Neuromed, l'Istituto neurologico mediterraneo di Pozzilli (Isernia) Giovanni de Gaetano - abbiamo osservato che aderire alla dieta mediterranea riduce il rischio di mortalità in tutta la popolazione. In particolare, abbiamo studiato 5 mila over 65enni e abbiamo rilevato non solo una riduzione importante del rischio di mortalità per malattie cardiovascolari o per i tumori, ma anche per patologie meno frequenti, come per esempio quelle polmonari, oppure persino le allergie».

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IL FARMACO
Dunque, alimenti sani e abitudini di vita corretti possono davvero fare la differenza in fatto di tutela della salute se si vuole Invecchiare bene (Edizioni LSWR) come indica il titolo del libro appena uscito scritto da Silvio Garattini, fondatore e presidente dell'Istituto Mario Negri di Milano, in collaborazione con Ugo Lucca, responsabile del Laboratorio di Neuropsichiatria Geriatrica dello stesso istituto. E non è un caso che il capitolo dedicato all'alimentazione sia stato realizzato con la collaborazione del dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell'istituto Neuromed di Pozzilli.
«Noi riteniamo che un farmaco, come per esempio 100 milligrammi di aspirina al giorno - rimarca de Gaetano - possa prevenire l'insorgenza dell'infarto, però poi ci meravigliamo che grammi e grammi di sostanze chimiche che noi ingeriamo con l'alimentazione possano influenzare la nostra salute, e magari favorire oppure rallentare alcune malattie».
Ecco che allora per invecchiare bene a tavola non dovrebbero mai mancare soprattutto verdure e frutta, pesce, legumi, olio di oliva e cereali, poca carne e latticini, ma anche il vino. «Se bevuto con moderazione, durante i pasti, come si evince da diversi studi - sottolinea de Gaetano - sappiamo che il vino fornisce un tipo di polifenoli, ossia le antocianine, che sono molto efficaci nel prevenire le malattie croniche degenerative».

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L'INFIAMMAZIONE
Eppure, per seguire la dieta mediterranea bastano poche semplici regole. «Si tratta per lo più di assumere un insieme di cibi che la natura ci offre e seguire uno stile di vita che comprende anche l'attività fisica, la convivialità e la stagionalità. Il che vuol dire non mangiare lo stesso alimento tutto il tempo, ma variare a seconda delle stagioni e nutrirsi con moderazione».
Così facendo, a beneficiarne sarebbe prima di tutto la nostra salute. Gli alimenti indicati nella dieta mediterranea apportano all'organismo quotidianamente sostanze, come per esempio i polifenoli, che hanno effetti antinfiammatori, antiossidanti e inibiscono la funzione trombotica delle piastrine. Ma il vero segreto per evitare che con il passare degli anni ci si ritrovi a dover fare i conti con qualche acciacco di troppo sta tutto nell'attenzione alla scelta dei prodotti che poi finiscono nel piatto.
Uno dei pericoli per la nostra salute, secondo i ricercatori, è la globalizzazione.

Da diversi anni si sta introducendo l'abitudine di acquistare i cosiddetti cibi ultra processati, trattati industrialmente. E i dati non sono confortanti. In uno studio del Neuromed di Pozzilli pubblicato pochi mesi fa su The American Journal of Clinical Nutrition, emerge che assumendo i cibi ultraprocessati il rischio di mortalità aumenta di più di un terzo. È anche vero che non sempre gli alimenti più sani sono facilmente accessibili a tutti.


I PREZZI
«Se i prodotti della dieta mediterranea avessero per esempio un'Iva ridotta - suggerisce de Gaetano - questo permetterebbe anche alle persone meno abbienti di nutrirsi bene. Il servizio sanitario nazionale spende il 95-96 per cento delle risorse per diagnosi, interventi e farmaci, e solo il 4-5 per cento per la prevenzione. Noi stiamo cercando di cambiare la prospettiva, vorremmo cioè che si prestasse attenzione anche alla persona sana e si puntasse alla prevenzione anche grazie alla dieta mediterranea».

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