Coronavirus, i lamenti dei gatti dimenticati

Covid, paura del contagio e padroni in ospesale: gatti abbandonati
Covid, paura del contagio e padroni in ospesale: gatti abbandonati
di Monica Di PIllo
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Mercoledì 8 Aprile 2020, 08:23 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 23:49

Amici a quattro zampe che contribuiscono ad alleviare il peso della quarantena e per molti anche della solitudine. Amici veri che però in questi giorni sono sempre più spesso vittime di abbandono e in molti casi restano orfani dei loro padroni ricoverati in ospedale. In questi gorni è facile vedere gruppi di gatti che vagano in città,  da Pescara a Teramo, spesso sono sporchi e affamati, la notte si abbadonano a miagolii che squarciano il silenzio. Gli animalisti si stanno mobilitando e si moltiplicano gli appelli alle adozioni.
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«Il pretesto dei tre casi al mondo di contagio da Covid-19, oltretutto frutto di contatti con i loro padroni affetti dal virus - spiega Anna Katerina Rieve, medico di famiglia e fondatrice della comunità felina del 21esimo Gatto - ha aperto la strada al triste fenomeno dell’abbandono di animali domestici, sia cani che gatti. Con la nostra pagina Facebook cerchiamo di diffondere i messaggi di adozione e le richieste di aiuto che ci arrivano da tante gattare sparse in tutta Italia, ma le limitazioni degli spostamenti rendono più difficili le adozioni».
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La comunità felina, che ormai conta quasi 30 gatti e due cani nella dimora di Città Sant’Angelo, si mobilita in tutti i modi per dare una zampa ai colleghi meno fortunati. Ma non è tutto, perché con i loro siparietti, in cui si alternano colpi di artigli e fusa, tengono compagnia a tanti follower. «Bisogna fare chiarezza anche sulla possibilità di nutrire i randagi e - continua la Rieve - non solo quelli delle comunità feline. Ci sono tante persone che distribuivano cibo ai randagi, ma oggi, temendo di andare incontro a sanzioni, hanno smesso di farlo. Vorremmo rassicurarle sul fatto che i decreti prevedono che si nutrano i randagi e le persone che lo fanno non incorrono in sanzioni».
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I gatti della tribù, ormai protagonisti anche del libro “Il 21esimo Gatto”, ettura per distrarsi in questo periodo, sono poi protagonisti di videomessaggi divertentissimi, in cui dispensano pure consigli e giudizi sulle varie e fantasiose tipologie di mascherine, osservate dalla Zia Anna quando indossa il camice. Tra le prossime gag feline online, potrebbe presto arrivarne una dedicata pure alle ricette “dematerializzate”, che tanto virtuali non sono, vista la mancanza di un server centrale che colleghi il numero della tessera sanitaria alla ricetta senza ulteriori passaggi con la farmacia, come già avviene per le ricette veterinarie. Già, ma gli animali sono sempre una zampa avanti. 

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