No vax, minacce di morte a Franco Locatelli: perquisita anche una docente dell'Aquila

No vax, minacce di morte a Franco Locatelli: perquisita anche docente di Assergi
No vax, minacce di morte a Franco Locatelli: perquisita anche docente di Assergi
di Marcello Ianni
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Domenica 16 Ottobre 2022, 10:09

«Ti vogliamo vedere appeso a piazzale Loreto». «Brinderemo alla tua morte». Mail bombing “No vax” con insulti e minacce di morte all’indirizzo del presidente del Consiglio superiore di Sanità del ministero della Salute nonché coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli. Episodi che hanno indotto la Procura di Roma a delegare ai carabinieri 13 perquisizioni domiciliari nei confronti di altrettante persone sospettate di aver inviato i messaggi carichi di insulti e minacce. Una di queste è stata eseguita dai militari ad Assergi (L’Aquila) nei riguardi di una professoressa. Alla donna è stato sequestro il telefono cellulare.

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I messaggi di posta elettronica erano stati recapitati all’indirizzo di Locatelli nel febbraio scorso, quando il professore si era reso promotore della campagna vaccinale e delle disposizioni relative alle misure anti-covid19. Le indagini sono state eseguite dai carabinieri della Sezione indagini telematiche del Nucleo investigativo di Roma, che hanno individuato 13 persone come mittenti dei messaggi e sabato hanno eseguito le perquisizioni domiciliari. A cinque indagati, (residenti all’Aquila, Faenza, Torino, Taranto e Parma) e accusati di aver minacciato di morte Locatelli, sono stati sequestrati pc e telefoni cellulari per analizzare il contenuto nel dettaglio e capire se facciano parte di gruppi estremisti.

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Nel giugno di quest’anno nel pieno della campagna elettorale per la corsa a sindaco dell’Aquila, cartelli, grida e slogan a ridosso del comitato elettorale di Stefania Pezzopane avevano accompagnato la visita di Roberto Speranza, sia nella veste di ministro della Salute, sia come leader del movimento Articolo Uno. A manifestare, un gruppo di persone che si era detto contrario al green pass o, più in generale, alle restrizioni disposte per contrastare la pandemia. Dal lato opposto di via XX Settembre, la strada su cui si affacciava il comitato, i manifestanti, una trentina, avevano gridato: «Vergogna, dimettiti». Tra i manifestanti anche chi chiedeva di essere reintegrato nel posto di lavoro, da cui era stato sospeso in quanto ha scelto di non vaccinarsi. Tra questi, anche dipendenti dell’ospedale San Salvatore, il presidio cittadino. In particolare, alcuni amministrativi che nell’obbligo erano stati considerati alla stregua del personale sanitario. Oppure genitori e insegnanti che chiedevano lo stop delle mascherine a scuola. «Ci tengo a ribadire una cosa: i vaccini - aveva dichiarato il ministro alla Salute - hanno salvato la vita a 150mila persone secondo uno studio dell’Istituto superiore della Sanità; se oggi siamo in una fase diversa, lo dobbiamo proprio ai vaccini».

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