Mentre aumenta in Italia la diffusione della sotto-variante di Omicron BA.5 con percentuali che ormai superano il 10%, in Abruzzo sono almeno una decina i casi sospetti, ma l’ufficialità arriverà solo nei prossimi giorni. La Omicron 5 sembra ormai arrivata anche sul territorio regionale, come conferma al Messaggero il professor Liborio Stuppia, direttore dei laboratori di Genetica molecolare - test Covid dell’Università di Chieti: «Abbiamo forti sospetti su almeno dieci test, tutti spuntati negli ultimi giorni, alimento vediamo solo delle differenze che ci fanno pensare si tratti di Omicron 5, ma per dare un nome e un cognome a queste differenze serviranno i risultati dei sequenziamenti che abbiamo già avviato».
La nuova mutazione desta poi qualche preoccupazione in più rispetto alla Omicron 2, largamente prevalente in Abruzzo: «Teoricamente la Omicron 5 è più infettiva, inoltre gli studi sulla struttura hanno evidenziato che potrebbe essere più aggressiva della sotto-variante 2, perché recupera alcune mutazioni della Delta. Se questo fosse confermato ci sarebbe un ritorno indietro sull’aggressività e non sarete un bel segnale».
La curva dei contagi continua in ogni caso a scendere: su base settimanale si registra un calo pari a -11,54% per i positivi e - 36,84% per le vittime.
Gli attualmente positivi in Abruzzo sono 17.231 (-298) e restano invariati i ricoveri: sono 172 i pazienti ricoverati in ospedale in area medica e 3 quelli in terapia intensiva. A livello provinciale sono 128 i nuovi casi nell’Aquilano, 122 nel Chietino, 115 nel Pescarese e 100 nel Teramano, mentre 12 positivi sono residenti fuori regione e per 8 sono in corso verifiche sulla provenienza.